(Reuters Health) – Le statine non fanno bene solo al colesterolo. Uno studio ha infatti dimostrato che questa classe di farmaci migliorerebbe anche la struttura e la funzionalità cardiaca. La ricerca è stata coordinata da Nay Aung, ricercatore al Wellcome Trust Clinical della Queen Mary University di Londra, ed è stata presentata nell’ambito dell’EuroCMR 2017, la conferenza annuale della Cardiovascular Magnetic Resonance dell’European Association of Cardiovascular Imaging, che si è svolta a Praga.
Lo studio
Per lo studio, i ricercatori inglesi hanno preso in considerazione 4.600 persone senza malattie cardiovascolari inserite nella UK Biobank, un database di uno studio di coorte. Aung e colleghi hanno quindi utilizzato la risonanza magnetica cardiaca per valutare i volumi dei due ventricoli e la massa del ventricolo sinistro, al fine di ottenere informazioni sull’uso delle statine. Circa il 17% dei soggetti in studio stava assumendo statine. In particolare, si trattava generalmente di individui anziani, con un maggiore indice di massa corporea e con pressione sanguigna elevata e maggiore probabilità di sviluppare diabete e ipertensione. Dai risultati è emersa una relazione inversa tra chi assumeva statine e il volume telediastolico, ovvero presente nel ventricolo al termine della diastole o dilatazione, quello telesistolico, presente al termine della contrazione o sistole, e la massa del ventricolo sinistro. Inoltre, gli stessi parametri del volume telediastolico e telesistolico valutati sul ventricolo destro erano inferiori sempre nel gruppo di persone che assumeva statine.
Le conclusioni
“Questi risultati suggeriscono che le statine possono avere un ruolo nel miglioramento della struttura cardiaca, il cosiddetto processo di rimodellamento cardiaco” ha dichiarato Aung. “Tuttavia sono necessari ulteriori studi, anche se le persone che hanno questi cambiamenti strutturali a livello del cuore hanno generalmente un minor rischio di infarto e ictus. Ci sono linee guida chiare su chi dovrebbe assumere statine, ma quello che abbiamo scoperto è che nei pazienti che già le prendono si vedono effetti benefici oltre l’abbassamento dei livello di colesterolo. Dovremmo però riuscire, attraverso la medicina personalizzata, a individuare le persone che possono trarre i maggiori benefici da questi farmaci”.
Fonte: EuroCMR 2017
Megan Brooks
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
Ma come fa un farmaco il cui meccanismo d’azione è ben chiaro(agisce inibendo la sintesi di colesterolo a livello epatico)ad agire sul rimodellamento cardiaco. Si tratta di sciocchezze colossali che hanno il solo scopo di incentivare ulteriormente il già grasso mercato delle statine. Sono davvero sconcertato.