Le persone che hanno un olfatto più sensibile potrebbero essere anche quelle che sono maggiormente a rischio di sviluppare la perdita di olfatto e di gusto tipica del Covid-19. È quanto suggerisce uno studio condotto da ricercatori della 23andMe, biotech americana nota soprattutto per la vendita di test genetici fai da te, pubblicato su Nature Genetics che ha identificato le caratteristiche genetiche alla base del disturbo.
La ricerca ha passato in rassegna i dati genetici di 69.841 persone con Covid-19 che avevano sviluppato anosmia (perdita di olfatto) o ageusia (perdita di gusto) riscontrando un interessamento di due geni denominati UGT2A1 e UGT2A2. Questi geni forniscono le istruzioni per la sintesi di alcuni enzimi che si trovano sull’epitelio del naso e che hanno il compito di rimuovere le sostanze odorose che entrano nella cavità nasale e si legano ai recettori olfattivi. È grazie a questa attività, spiegano i ricercatori, che smettiamo di sentire un odore quando lo stimolo non è più presente nell’ambiente. È possibile che il virus, interferendo con questa attività, porti a un ingolfamento e a un deterioramento funzionale della cellula.
Inoltre, “la variante identificata in questo studio sembra anche essere associata alla capacità generale dell’olfatto, il che potrebbe suggerire che coloro che hanno una maggiore sensibilità all’olfatto o al gusto possano essere più inclini a soffrire una perdita di questi sensi derivante da un’infezione da SARS-CoV-2”, scrivono i ricercatori.