Mascherine protettive realizzate con un tessuto non tessuto filtrante più facile da reperire sul mercato rispetto a quello attualmente in uso: a realizzarle i ricercatori dell’Università Statale di Milano, guidati da Stefano Farris, docente del Dipartimento di Scienze per gli alimenti.
Le mascherine facciali a capacità filtrante sono infatti ottenute utilizzando due tipi di tessuto non tessuto (Tnt) sovrapposti, secondo combinazioni che variano in funzione del tipo di mascherina: il Tnt Spundbond che funziona da supporto meccanico e sta a contatto con la pelle di chi le indossa, e il Tnt Melt-Blown, che garantisce la capacità filtrante e la traspirabilità.
Quest’ultimo però , in circostanze di improvvisa crescita della domanda, può diventare irreperibile e costosissimo. A differenza dello Spunbond, più utilizzato per vari settori produttivi, lo strato melt-blown ha a propria disposizione un numero di produttori ridottissimo.
In Italia ce n’è uno solo per esempio. Per ovviare al problema, i ricercatori della Statale hanno realizzato un tipo di mascherina composta esclusivamente da tessuto non tessuto Spunbond che ha ugualmente un’elevata capacità filtrante. “Affinché la produzione di mascherine a capacità filtrante potesse realizzarsi indipendentemente dalla disponibilità di Tnt melt-blown – spiega Farris – abbiamo pensato ad una soluzione innovativa. Abbiamo sovrapposto al Tnt spunbond dei sottili strati polimerici, in grado di agire da barriera fisica e chimica alla penetrazione di agenti contaminanti, come virus e batteri.
Questa tecnologia ci ha consentito di ottenere mascherine ad elevata capacità filtrante e traspirabilità senza dover ricorrere al Tnt melt-blown”. Le mascherine sono certificate ad uso medico, marcate CE e sono attualmente oggetto di una richiesta di brevetto.