(Reuters Health) – L’RNA virale del SARS-CoV-2 può persistere nelle feci anche tempo dopo che i tamponi sono risultati negativi.
Xi Huang e colleghi, del Fifth Affiliated Hospital e della Sun Yat-sen University di Zhuhai, nella Provincia cinese di Guangdong, hanno raccolto campioni respiratori e fecali di 74 pazienti con COVID-19 diagnosticato tramite due campioni respiratori consecutivi risultati positivi al SARS-CoV-2 usando la RT-PCR.
I campioni fecali di 33 pazienti (45%) erano negativi per l’RNA del SARS-CoV-2, mentre i loro tamponi respiratori sono rimasti positivi per una media di 15,4 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi.
Secondo l’articolo apparso online su The Lancet Gastroenterology and Hepatology, tra i 41 pazienti (55%) con campioni fecali e respiratori positivi, i campioni respiratori sono rimasti positivi per l’RNA del SARS-CoV-2 per una media di 16,7 giorni e i campioni fecali sono rimasti positivi per una media di 27,9 giorni dopo l’insorgenza dei primi sintomi.
Un paziente ha avuto campioni fecali positivi per 33 giorni consecutivi dopo che i campioni respiratori sono diventati negativi e un altro paziente è risultato positivo all’RNA del SARS-CoV-2 nei suoi campioni fecali per 47 giorni dopo l’insorgenza dei primi sintomi.
La positività virale dei campioni fecali non si associava alla presenza di sintomi gastrointestinali o alla gravità della malattia, ma il trattamento antivirale si correlava positivamente alla presenza di RNA virale nei campioni fecali.
“Anche se si sa poco sulla possibilità di sopravvivenza del SARS-CoV-2, il virus può sopravvivere nell’ambiente per giorni, il che potrebbe condurre a trasmissione oro-fecale, come osservato con il virus respiratorio acuto grave CoV e la sindrome respiratoria mediorientale CoV”, osservano i ricercatori. “Pertanto, testare regolarmente i campioni fecali con la RT-PCR è altamente raccomandato dopo la scomparsa dell’RNA virale nei campioni respiratori di un paziente. È necessario prendere rigide precauzioni per prevenire la trasmissione per i pazienti in ospedale o in autoisolamento se i loro campioni fecali risultano positivi”.
“Stabilire se un virus è vitale usando il rilevamento dell’acido nucleico è difficile; servono ulteriori ricerche usando nuovi campioni fecali più tardi in pazienti con durata estesa della positività dei campioni fecali per definire il potenziale di trasmissione”, concludono Xi Huang e colleghi.
Fonte The Lancet Gastroenterology and Hepatology
Will Boggs
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)