L’esposizione alle radiazioni UV, in particolare quelle dei lettini solari, sarebbe fortemente associata con il melanoma e il carcinoma a cellule squamose, specialmente quando la prima esposizione avviene in giovane età. Inoltre, i raggi UV sarebbero moderatamente associati con il carcinoma delle cellule basali e il melanoma oculare, oltre che responsabili di un numero significativo di casi di cancro della pelle associati con esordio precoce di melanoma. È il parere espresso dalla Commissione Europea e dal Comitato Scientifico su Salute, Ambiente e Rischi Emergenti (SCHEER), pubblicato il 30 novembre.
Secondo gli esperti del SCHEER, dunque, non ci sarebbe una soglia limite sicura per l’esposizione. Inoltre, dal momento che i rischi sono maggiori dei benefici, non ci sarebbe nessun bisogno di utilizzare i lettini solari per indurre la produzione di vitamina D. Il parere espresso non è altro che un aggiornamento della posizione presa dalla Commissione nel 2006, che affermava che gli apparecchi abbronzanti a base di UV per uso cosmetico sono probabilmente legati all’aumento del rischio di melanoma maligno della pelle e al possibile sviluppo di melanoma oculare. Nel 2009, poi, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha rivisto tutte le evidenze sugli effetti cancerogeni dei raggi UV dai lettini solari e ha classificato l’utilizzo di questi apparecchi come cancerogeni per l’uomo, inserendoli nel gruppo 1. La Commissione avrebbe quindi richiesto un aggiornamento del parere espresso nel 2006 da parte di scienziati indipendenti, arrivando alle conclusioni pubblicate ieri.