(Reuters Health) – La formazione convenzionale del paziente in preparazione alla colonscopia potrebbe non essere abbastanza efficace, mentre combinando materiali tradizionali a video di realtà virtuale si potrebbe aiutare di più chi si sottopone all’esame. A evidenziarlo è uno studio pubblicato su JAMA Network Open da un team guidato da Dong Wu, del Peking Union Medical College Hospital di Pechino.
Prima di essere sottoposti a colonscopia con anestesia locale, 346 partecipanti allo studio hanno ricevuto sia una formazione convenzionale di persona, sia istruzioni scritte, ma la metà di questi ha visto, anche un video in realtà virtuale che mostrava la sala operatoria e la procedura.
Nessuno dei pazienti si era mai sottoposto prima a colonscopia e l’outcome principale dello studio era la qualità della preparazione misurata attraverso la Boston Bowel Preparation Scale.
Dai risultati è emerso che i punteggi medi di BBPS erano significativamente più alti nel gruppo in cui si interveniva con la realtà virtuale, 7,61, rispetto al gruppo di controllo con le indicazioni standard, 7,04. Rispetto al gruppo che riceveva la formazione convenzionale, poi, i pazienti che vedevano anche i video avevano un tasso di rilevamento più elevato di polipi, il 41,9% rispetto al 26,7%, e adenomi, 32,6% contro 22,1%, anche se le differenze tra i tassi non sono risultate statisticamente significative.
Il programma di realtà virtuale sviluppato dal team vuole sfruttare un’esperienza immersiva e di immaginazione per incoraggiare i pazienti a prestare maggiore attenzione ai dettagli della preparazione dell’intestino, come ha spiegato lo stesso Wu. Un ulteriore vantaggio è che con i video si aiuta a ridurre l’ansia tra chi non si è mai sottoposto all’esame, oltre al fatto che i pazienti mostrano una migliore compliance alla preparazione all’esame e livelli più elevati di soddisfazione complessiva. “Pensiamo che per migliorare l’efficacia della formazione al paziente nella preparazione alla colonscopia, l’uso di video virtuali possa essere una buona idea”, ha concluso l’esperto.
Fonte: JAMA Network Open
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)