Johnson & Johnson Medical Italia lancia tre nuove App destinate ai pazienti trattati chirurgicamente.
Le tre App, messe a punto durante la pandemia, rappresentano soluzioni digitali all’avanguardia per supportare i medici nel seguire i pazienti che, a causa del rischio di contagio, non potevano accedere agli ospedali. Sviluppate grazie ad una stretta collaborazione tra J&J, i chirurghi, gli operatori sanitari e le associazioni dei pazienti, partendo proprio dalle esigenze del paziente e dalle raccomandazioni cliniche, le App accompagnano il paziente lungo l’intero percorso di cura.
Ai pazienti di chirurgia vengono messe a disposizione le App nel momento in cui vengono presi in carico dalla struttura ospedaliera, creando subito un legame diretto con il centro. Attraverso la App, il paziente viene seguito in ogni fase del percorso di cura, facilitando così lo scambio di informazioni con l’equipe medico-chirurgica e riuscendo a ridurre la permanenza in ospedale, pur mantenendo un collegamento continuo e personale con i medici ed arrivando preparato, sia fisicamente che psicologicamente, all’intervento.
Il collegamento continua anche nel post-intervento, garantendo una continuità nell’assistenza e la App esaurisce la sua valenza quando il paziente esce ufficialmente dal periodo di follow up. La possibilità di avere informazioni sullo stato di salute del paziente, per l’ospedale ed il medico, rappresenta inoltre un patrimonio unico di informazioni utili a migliorare la qualità delle cure, e quindi ottimizzare i tempi di gestione del singolo paziente dando la possibilità al personale medico di trattare più pazienti.
L’esperienza di implementazione delle app e più in generale delle soluzioni digitali, ha consentito negli ultimi mesi all’azienda di sperimentare l’impatto e le potenzialità della telemedicina e della telesalute, la cosiddetta “Digital Health”, nel creare un percorso di cura integrato tra luogo fisico, l’ospedale, e il virtuale.
“La pandemia ha evidenziato come l’ospedale non possa più essere l’unico luogo di cura” afferma Silvia De Dominicis, Presidente e Amministratore Delegato di J&J Medical Italia Spa. “Siamo convinti che il nostro sistema sanitario debba ripensare all’intero percorso di cura, evolvendo dal concetto di luogo esclusivamente fisico verso quello di integrazione con l’assistenza a distanza, grazie allo sviluppo della Sanità digitale e delle Telemedicina. Questo è un primo passo verso la creazione di strutture virtuali che avvicinino gli operatori ai pazienti”. “Il paziente, anche grazie all’impiego della tecnologia, oggi può essere seguito costantemente dai propri medici da remoto e pertanto avere bisogno di recarsi in ospedale solo quando il tipo di assistenza e di cura lo richiede; questo impatta positivamente sul suo stato di salute e la sua qualità di vita, e consente al sistema sanitario di liberare risorse reimpiegabili per il trattamento di un sempre maggiore numero di persone. Il nostro intento è quello di collaborare con gli operatori sanitari per lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie, soluzioni e prodotti innovativi che abbiano un impatto misurabile sia in termini di miglioramento degli esiti di cura che di efficientamento delle risorse impiegate dal servizio sanitario”.
Tre al momento le app implementate, grazie alla profonda esperienza clinico-scientifica di importanti medici chirurghi italiani: Butterfly, una app per i pazienti affetti da Obesità, che ha visto il duplice contributo del dottor Alessandro Giovanelli, Direttore dell’Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità (INCO) presso l’IRCCS Policlinico San Donato di Milano e del prof. Marco Raffaelli, Direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Endocrina e Metabolica presso il Policlinico Gemelli;
COLORJourney una App per i pazienti affetti da Tumore del Colon-retto, grazie al contributo del prof. Antonino Spinelli, Responsabile di Unità Operativa di Chirurgia del Colon e del Retto presso l’IRCCS Humanitas;
MyPancreas (Monitor your Pancreas) per i pazienti affetti da Tumore al Pancreas, grazie al contributo del prof. Sergio Alfieri, Direttore del Centro di chirurgia del Pancreas del Policlinico Gemelli.
“Sono orgoglioso di aver contribuito allo sviluppo di questo progetto che risponde in maniera pratica e tempestiva alle esigenze dei nostri tempi, che ci proietta in una visione moderna del futuro dove la telemedicina e la digitalizzazione faranno sempre più parte della quotidianità del paziente” afferma il dottor Giovanelli, che dirige il centro che detiene il primato italiano per numero di interventi bariatrici. “L’App Butterfly è un valido strumento che ci consente di essere ancora più presenti nella vita dei nostri pazienti, specialmente nella delicata fase del post-operatorio e di seguirli da vicino e per tutte le loro necessità, passo dopo passo, pur non essendo fisicamente con loro. Dare continuità al percorso di cura è essenziale per i nostri pazienti e la tecnologia oggi ci aiuta a farlo in assoluta sicurezza, in un momento storico molto particolare”.
dello stesso avviso il prof. Raffaelli: “Quando abbiamo pensato allo sviluppo della App Butterfly l’obiettivo primario è stato quello di creare uno strumento volto ad integrare le normali attività assistenziali, non per sostituirle, ma per rendere più agevole la costante interazione tra il personale sanitario ed il paziente. La chirurgia bariatrica rappresenta, infatti, un cambiamento radicale, per affrontare il quale i pazienti hanno necessità di sostegno e supporto continui. L’App Butterfly si candida ad essere strumento di viaggio ideale in questo percorso di cambiamento” . “Anche nell’area chirurgica si sta capendo che non esiste una scissione tra la componente psicologica e organica, e che l’esito di un intervento può dipendere molto da come il paziente si avvicina all’operazione fisicamente ed emotivamente”, spiega il prof. Spinelli: “Sappiamo, per esempio, che l’attesa prima dell’intervento, che con Covid si è spesso dilatata, viene vissuta come tempo perso. Abbiamo allora pensato di usare la app per trasformarlo in tempo utile: in un solo mese è possibile migliorare molto il proprio stato fisico e recuperare parte del peso che spesso i pazienti con tumore del colon-retto perdono, per arrivare all’intervento nelle migliori condizioni possibili. Seguire la prospettiva del paziente anche durante la degenza e nel postoperatorio, mantenendolo in contatto diretto con l’equipe curante permette di abbassare l’ansia post-dimissione, permettendo un più morbido rientro a casa. Questo è un servizio oggi unico, ma che in futuro sarà la norma.”
Conclude poi il prof. Sergio Alfieri, direttore del Centro Chirurgico del Pancreas del policlinico universitario Gemelli IRCCS, centro di riferimento ad alto volume per tutto il centro sud Italia: “Il supporto della tecnologia è prezioso per favorire quell’approccio multidisciplinare imprescindibile per la cura di patologie gravi come il tumore al pancreas, uno dei più aggressivi che può essere sconfitto solo se preso in tempo. La digitalizzazione del percorso, per un centro specializzato di riferimento come il nostro, che accoglie pazienti anche del Centro Sud Italia, è fondamentale in quanto ci consente un monitoraggio a 360° da remoto, sia in fase pre-operatoria sia nel corso della degenza, sia a domicilio con il rientro a casa del paziente. In questo modo ci è anche possibile personalizzare il percorso diagnostico-terapeutico tenendo conto delle esigenze di ciascun paziente”.