Un team interdisciplinare ha sviluppato una tecnica che migliora l’efficienza della CRISPR-Cas9, la tecnica di editing genetico che ha vinto il premio Nobel nel 2020.
Il gruppo della Penn State University (USA), guidato da Tahir Haideri e Xiaojun Lian, ha applicato il metodo alle cellule staminali umane pluripotenti, descrivendone la tecnica su Cell Reports Methods.
La CRISPR-Cas9 consente agli scienziati di colpire punti specifici del codice genetico per modificare il DNA, aprendo a nuovi strumenti diagnostici e alla possibilità di correggere mutazioni per trattare le cause genetiche delle malattie. La tecnica usa un plasmide per portare RNA che posiziona l’enzima Cas9, nel punto preciso del gene target.
Una volta che il DNA è collocato, l’enzima vi si lega e lo taglia, anche se, con l’attuale metodo, restano problemi di trasporto ed efficienza. “Solo il 20-30% delle cellule riceve correttamente il DNA per l’editing genetico”, spiega Lian, “Quando viene introdotto RNA nelle cellule, queste possono riconoscerlo come materiale estraneo e distruggerlo prima che l’editing vada a buon fine”.
Per migliorare i risultati, il team ha cambiato lo strumento per l’editing genetico, usando RNA modificato, ritenuto più efficiente del plasmide a DNA. Il processo di editing è andato avanti nel 90% delle cellule che hanno ricevuto l’RNA modificato che lasciava in loco il materiale genetico.
Per affinare ulteriormente la tecnica CRISPR e ridurre gli effetti collaterali di Cas9, il team ha introdotto una piccola proteina che aiuta le cellule a crescere e che inibisce la morte cellulare, migliorando fino all’84% l’efficienza dell’editing.
Fonte: Cell Reports Methods 2022