Nonostante non vi siano ancora prove certe sulla relazione tra un uso smodato di cellulari e tumore del cervello, il consiglio è quello di non abusare dell’uso del telefono fino a quando non ci saranno risultati certi. La raccomandazione arriva, in occasione del 65/o Congresso Nazionale in corso a Roma, da Alessandro Olivi, direttore della Neurochirurgia del Policlinico Gemelli di Roma, tornato in Italia dopo 30 anni negli Stati Uniti presso la Johns Hopkins University di Baltimora dove ha diretto la divisione neurochirurgia oncologica.
Sono tanti gli studi realizzati negli ultimi anni su uso dei telefonini e possibile rischio di tumori cerebrali, rileva l’esperto durante la sua presentazione intitolata “Telefonini e tumori cerebrali”, senza però che la comunità scientifica mondiale sia giunta finora a conclusioni definitive. Di certo c’è il fatto, rileva Olivi, che i ”dati più definitivi finora in nostro possesso (ed anche i più convincenti) sono quelli che indicano una assoluta stabilità dell’incidenza dei tumori (se non addirittura un lievissimo declino dei casi) durante tutto il periodo in cui si è diffuso tantissimo l’utilizzo dei cellulari, facendo dunque ritenere non plausibile un nesso con la malattia.
Anche i numerosissimi studi epidemiologici condotti indipendentemente e in diversi continenti sono, nella stragrande maggioranza, concordi nel negare tale associazione, aggiunge l’esperto. Con l’incremento vertiginoso dell’uso dei telefoni cellulari nelle ultime tre decadi, risulta comunque comprensibile (e doveroso) lo sforzo della comunità scientifica nel determinare potenziali effetti dannosi di questi apparecchi sulla salute della popolazione, conclude.