Sono il 2% della popolazione del persone colpiti da cefalea cronica, una patologia che effetti devastanti sulla vita di tutti i giorni non solo in termini di salute ma anche economici. Attualmente non è ancora riconosciuta come malattia sociale, ma è recente la proposta di inserimento della cefalea cronica nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). A evidenziarlo è Paolo Martelletti, Presidente della Fondazione Italiana per lo Studio delle Cefalee onlus.
“L’onorevole Giuditta Pini ha da tempo posto all’attenzione del Parlamento e della Commissione Ministeriale dei LEA, questa improcrastinabile esigenza socio-sanitaria – spiega Martelletti – La rete italiana dei Centri Cefalee, articolata in molteplici strutture pubbliche ad elevata qualificazione, è da tempo preparata ad attuare percorsi stabili ed efficaci per questi pazienti e per fornire un percorso strutturato che possa reinserire questi pazienti cronici nelle loro realtà sociali e lavorative ideali, riducendo così gli enormi costi sociali impiegati nella loro riabilitazione, e abbattendo inoltre le enormi risorse impiegate nella gestione di queste emergenze, sia in ambito di Pronto Soccorso che di ridondante e non necessaria diagnostica suppletiva. L’associazione italiana dei pazienti affetti da cefalea e la Lega Italiana Cefalalgici – conclude – si e’ unita attivamente in questo processo di equità sociale a favore di questa minoranza di pazienti svantaggiati, affetti da cefalea primaria cronica”.