Nuove speranze di cura per i pazienti che soffrono di cefalea a grappolo, un debilitante mal di testa che in oltre il 90% dei casi non viene trattato con i farmaci preventivi raccomandati. E’ una delle novità al centro del Congresso Europeo delle Cefalee (www.ehmtic2016.com) di Glasgow e vedrà riuniti i maggiori esperti del settore.
Il Presidente della Federazione Europea delle Cefalee, Paolo Martelletti, docente alla Università Sapienza presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma, ha anticipato che gli anticorpi monoclonali – farmaci ormai in avanzata fase di studio – saranno applicati alla prevenzione sia dell’emicrania sia della cefalea a grappolo, una delle più invalidanti, caratterizzata da dolore intenso dietro l’occhio. Quest’ultima malattia che colpisce in maniera grave l’1/100 della popolazione vede ora una speranza in questi nuovi trattamenti ed anche nell’uso di farmaci non nuovi ma riapplicati nella pratica clinica.
Infatti, secondo quanto riferito da Martelletti in un articolo pubblicato questa settimana sulla rivista Nature Reviews Neurology, non è solo nei farmaci registrati e con una indicazione specifica per la cefalea a grappolo che si deve vedere un aiuto per questo debilitante mal di testa. La pratica clinica quotidiana – spiega Martelletti in una nota – indica invece che anche farmaci benefici ma non registrati per motivi di scarso interesse commerciale (data la esiguità dei pazienti che ne potrebbero beneficiare), quali ad esempio il ‘verapamile’ ad alte dosi, possano trovare una indicazione terapeutica specifica per la cefalea a grappolo.