(Reuters Health) -Uno studio retrospettivo ha evidenziato che molti pazienti con più di 65 anni, asintomatici, si sottopongono al controllo delle carotidi senza motivo. La ricerca è stata pubblicata su JAMA Internal Medicine. “Molte delle ragioni addotte non sono supportate dall’evidenza e i benefici di questo esame richiedono ulteriori considerazioni”, ha detto Salomeh Keyhani del San Francisco Veterans Affairs Medical Center e dell’University of California, di San Francesco.
La Preventive Services Task Force americana non raccomanda lo screening delle carotidi negli adulti che non abbiano sofferto di un caso di ictus o di attacco ischemico transitorio (TIA), mentre altre linee guida nazionali statunitensi suggeriscono di effettuare l’ecografia delle carotidi in alcuni pazienti con patologie asintomatiche a carico di questi vasi sanguigni. Infine, molte organizzazioni di medici annoverano gli esami alle carotidi nei pazienti asintomatici come uno degli esami di minor valore, da evitare.
Lo studio
Keyhani e colleghi hanno esaminato le indicazioni per la prescrizione dell’esame di imaging per 4000 pazienti con più di 65 anni, di età media 73,6, che si sono sottoposti a endoarteriectomia carotidea o a stent carotideo a causa di restringimenti asintomatici delle carotidi, tra il 2005 e il 2009. Il motivo principale per la prescrizione dell’esame alle arterie era il soffio carotideo, diagnosticato nel 30,2%, mentre il follow-up per malattie a livello delle carotide era il secondo motivo più frequente per giustificare la richiesta.Circa il 60% delle indicazioni riportate rientravano in quelle specificate dalle linee guida, mentre il restante non era compreso nella lista, tra cui perdita di conoscenza (sincope), vertigini, passata storia di ictus e di TIA o controllo pre-operatorio. Secondo gli esperti che hanno analizzato i casi, il 5,4% delle indicazioni era appropriato, l’11,3% era inappropriato e l’83,4% era incerto. Tra le motivazioni ‘incerte’ c’erano principalmente soffio alle carotidi e follow-up, mentre vertigini, sincope e problemi alla vista erano tra le più comuni indicazioni ‘inappropriate’.
I risultati
La sopravvivenza a seguito di entrambi gli interventi, a cinque anni, è stata di 75,3% nei pazienti di età compresa tra 65 e 74 anni, di 66,5% in quelli tra 75 e 84 anni e di 58,9% negli over 85 e non è risultata diversa sulla base delle indicazioni per l’esame delle carotidi. “Le evidenze stanno evolvendo. – ha spiegato Keyhani –Se la rivascolarizzazione sia preferibile alla terapia farmacologica, nei pazienti con stenosi asintomatica delle carotidi, è un tema dibattuto. Penso che il rapporto rischio/beneficio dell’intervento non sia chiaro, per questo dovremmo fare l’esame di imaging alle carotidi solo se pensiamo davvero che il paziente possa beneficiare dell’intervento”.
Secondo Larry Goldstein, dell’Università del Kentucky a Lexington, “bisogna considerare con attenzioni le ragioni per cui viene prescritto l’esame e le conseguenze che possono avere un risultato positivo, negativo o dubbio”, ha spiegato Goldstein. “Le persone dovrebbe capire il rischio di andare incontro a ictus o a eventi cardiovascolari e insieme al proprio medico cercare di ridurre questo rischio”, ha concluso l’esperto, che ha scritto un articolo, a commento dello studio, nel quale sottolinea che “le analisi non giustificano l’uso delle procedure di screening in un così largo gruppo di pazienti asintomatici, che non andranno tutti incontro all’intervento di rivascolarizzazione”.
Fonte: JAMa Intern Med 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Sciences)