La Commissione Europea ha approvato la combinazione amivantamab e lazertinib per il trattamento di prima linea di persone adulte con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato con delezioni nell’esone 19 o mutazioni di sostituzione L858R nell’esone 21 del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR).
Il via libera europeo si basa sui risultati dello studio di fase III MARIPOSA, che ha valutato la combo amivantamab e lazertinib rispetto a osimertinib come trattamento di prima linea in questo tipo di pazienti.
Lo studio – cui dati sono stati presentati al Simposio presidenziale del Congresso europeo di oncologia medica (ESMO) del 2023 – ha raggiunto l’endpoint primario della progressione libera da malattia (PFS). A un follow up mediano di 22 mesi, la combinazione ha mostrato una riduzione del 30% della progressione di malattia o morte rispetto a osimertinib (PFS mediana: 23,7 mesi contro 16,6 mesi; hazard ratio [HR]=0,70; intervallo di confidenza al 95 per cento [CI], 0,58-0,85; P<0,001).
“Questa combinazione terapeutica priva di chemioterapia ha già dimostrato miglioramenti significativi nella sopravvivenza libera da progressione. I dati più recenti confermano che l’impiego combinato di amivantamab e lazertinib può estendere la vita dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule e mutazioni comuni EGFR di almeno un anno rispetto all’attuale standard di cura, osimertinib”, afferma Antonio Passaro, Oncologo Medico con Incarico di Alta Specializzazione presso la Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. “Questi risultati rappresentano un passo avanti cruciale nella gestione di questa patologia: prolungare l’aspettativa di vita è un indicatore chiave dell’efficacia di qualsiasi trattamento oncologico. Lo studio MARIPOSA ha quindi confermato il potenziale trasformativo di questa combinazione come trattamento di prima linea, aprendo la strada ad un nuovo standard di cura e offrendo benefici concreti e clinicamente rilevanti per i nostri pazienti”.
Profilo di sicurezza
Il profilo di sicurezza della combinazione amivantamab e lazertinib è coerente con i risultati degli studi di fase 1-2, con eventi avversi (AE) per lo più di grado 1 o 2. La tossicità è stata in gran parte gestibile con interruzioni e riduzioni della dose, insieme a misure terapeutiche di supporto comunemente utilizzate nel trattamento dei pazienti con NSCLC.
Gli eventi avversi legati al trattamento (TEAE) più comuni, di qualsiasi grado, sono stati la paronichia (68%), le reazioni correlate all’infusione (63%) e l’eruzione cutanea (62%).
La combo amivantamab-lazertinib ha presentato, inoltre, tassi più elevati di AE correlati alle mutazioni EGFR e della transizione mesenchima-epidermide (MET) e di tromboembolismo venoso rispetto a osimertinib, ad eccezione della diarrea, per la quale i tassi erano più elevati per lo standard di cura.
I TEAE di grado 3 o superiore più comuni sono stati rash cutaneo (15%), paronichia (11%), dermatite acneiforme (8%) ed embolia polmonare (8%).
Il tasso di interruzione di tutti i trattamenti dello studio a causa di TEAE per la combinazione di amivantamab è stato del 10%. Il tasso di incidenza della malattia polmonare interstiziale (inclusa la polmonite) è stato del 3% in entrambi i bracci.
“Attualmente, il tasso di sopravvivenza a cinque anni dei pazienti con NSCLC avanzato con mutazioni dell’EGFR trattati con inibitori della tirosin-chinasi è inferiore al 20 per cento”, conclude Henar Hevia, Senior Director, Therapeutic Area Lead EMEA, Oncology. “L’approvazione di oggi segna un momento importante per il trattamento del tumore del polmone, offrendo ai pazienti una nuova possibilità di trattamento senza chemioterapia e, potenzialmente, più tempo da trascorrere con i propri cari”.
L’approvazione europea della combinazione amivantamab più lazertinib si è basata sull’autorizzazione di estensione di indicazione ottenuta nel dicembre 2024 per amivantamab e sulla più recente autorizzazione all’immissione in commercio per lazertinib.