Alcune cellule di carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) possono sviluppare una “propria” rete elettrica, come quella osservata nel sistema nervoso.
Questa proprietà unica renderebbe le cellule meno dipendenti dall’ambiente circostante, favorendone anche la diffusione nell’organismo. È quanto emerge da una ricerca pubblicata su Nature da un gruppo guidato da Paola Peinado Fernandez, del Francis Crick Institute di Londra.
Il carcinoma SCLC origina principalmente dalle cellule neuroendocrine (NE), che aiutano a regolare il flusso d’aria e sanguigno nei polmoni. Il team di ricercatori ha valutato l’attività elettrica nei campioni di SCLC umani e di modelli animali, per capire se tale attività fosse alla base dell’aggressività di questo tipo di cancro. L’analisi ha consentito di capire che le cellule SCLC sono in grado di generare una propria attività elettrica, rendendosi indipendenti dalla principale fonte elettrica dell’organismo, compresi i nervi che circondano il tumore.
Lo studio
Poiché l’emissione di segnali elettrici richiede molta energia, i ricercatori hanno studiato il modo in cui questa energia viene generata. Nel corso dello studio il team ha osservato cambiamenti nell’espressione genica, man mano che il cancro progrediva, con il risultato che alcune cellule perdevano la loro identità e diventavano cellule cancerose non neuroendocrine (non-NE). Inoltre, i ricercatori hanno osservato che queste cellule cancerose “collaboravano” tra loro per promuovere lo sviluppo del tumore e mostravano una relazione simile a quella dei neuroni e dell’astroglia.
Il team ha quindi soppresso l’attività elettrica con la tetrodotossina – una tossina del pesce palla – riuscendo a ridurre il potenziale delle cellule di formare tumori a lungo termine.
Infine il gruppo di ricerca ha esaminato i marker molecolari dell’aumento dell’attività elettrica in una coorte di persone con SCLC, scoprendo che erano elevati nelle cellule cancerose rispetto alle cellule sane adiacenti.
Fonte: Nature 2025