(Reuters Health)-I pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico (mRCC) trattati in strutture con volumi più grandi sopravvivono più a lungo rispetto a quelle che si rivolgono a strutture più piccole. E’ quanto emerge da un’analisi basata sul National Cancer Database (Ncdb) americano.“Secondo una serie di report, quando ci si focalizza sulla chirurgia, esiste una connessione tra gli alti volumi e gli esiti migliori nei tumori localizzati – Daniel M. Geynisman del Fox Chase Cancer Center di Philadelphia, principale autore dello studio – Per tumori avanzati o metastatici ci sono meno evidenze e nulla era stato pubblicato finora sul carcinoma a cellule renali”.
La ricerca
Geynisman e colleghi hanno usato le informazioni del National Cancer Database (Ncdb) per studiare la potenziale relazione tra i volumi della struttura e gli esiti per i pazienti con mRCC. Lo studio ha coinvolto complessivamente 41.836 pazienti (coorte A), 27.557 sottoposti a trattamento attivo (coorte B), 19.138 il cui trattamento ha incluso terapia sistemica con o senza chirurgia primaria (coorte C), 12.000 che hanno richiesto un trattamento con terapia sistemica presso l’istituto segnalante (coorte D) e 4.933 con siti noti di metastasi (coorte E).
Il volume mediano del centro di trattamento era di 2,2 pazienti per anno, con il 54% dei pazienti trattati nel primo 20% degli ospedali,
I risultati
Nell’analisi multivariata, l’aumento del volume di trattamento è significativamente associato a una riduzione della mortalità complessiva. Per la coorte A la sopravvivenza a un anno è stata del 36% con due pazienti per anno, del 39% con 5 pazienti l’anno, del 42% con 10 pazienti l’anno e del 46% con 20 pazienti all’anno.
La relazione tra maggior volume e migliore sopravvivenza è stata coerente in tutte le coorti. L’esclusione dei pazienti chirurgici dall’analisi ha attenuato gli effetti del volume sulla mortalità, ma le associazioni sono rimaste significative. “Sappiamo che non tutti i pazienti possono andare in una struttura a alto volume e che molte di quelle a bassa capacità forniscono un’assistenza eccellente ai loro pazienti con carcinoma renale avanzato – sottolinea Geynisman – Tuttavia, vista la rapidità con cui evolvono i paradigmi per il trattamento della patologia, il contatto con un esperto di carcinoma renale sarebbe fondamentale per prendere le decisioni ottimali per il paziente”.
“Il trattamento del carcinoma a cellule renali avanzato può essere complesso e sfumato – aggiunge l’esperto – Questo succede a molti tumori avanzati dell’età moderna, poiché diventa disponibili un numero sempre maggiore di opzioni terapeutiche basate su informazioni molecolari e genomiche. Spesso è auspicabile una discussione multidisciplinare in cui le seconde opinioni nei centri ad alto volume possono aiutare a stabilire il percorso più appropriato per il paziente, anche se l’assistenza sarà erogata vicino a casa”.
Fonte: Eur. Urol. 2018
Will Boggs
(Versione italiana per Daily Health Industry)