Cancro al seno: trastuzumab meno efficace in alcune forme

SENO(Reuters Health) – Un certo numero di pazienti con tumore al seno HER2 positivo che sono estrogene (ER) positive traggono significativamente meno benefici dalla terapia adiuvante con trastuzumab dopo la chemioterapia, secondo quanto emerge da un’analisi secondaria del trial Herceptin Adjuvant (HERA) pubblicata su ‘Jama Oncology’.

“Il nostro studio è stato condotto per indagare perché qualche tumore primario al seno ER positivo, HER2 positivo sembra avere varie risposte alla terapia anti-HER2, in questo caso il trastuzumab – spiega Sherene Loi del Peter MacCallum Cancer Centre di East Melbourne (Australia) – Abbiamo trovato che un sottogruppo di queste pazienti con la più alta espressione di ESR1 nell’RNA messaggero e/o avendo livelli poco amplificati di HER2 calcolati usando il FISH ratio (fluorescence in situ hybridization), sembrano essere meno dipendenti dal segnale oncogenetico di HER2 e perciò hanno avuto meno benefici dal trastuzumab nello studio HERA”.

Lo studio HERA
I partecipanti allo studio HERA sono stati randomizzati per non ricevere il trastuzumab, oppure per avere un trattamento di un anno o due con il farmaco. Sono stati seguiti per un periodo medio di otto anni.
Analisi immunoistochimiche (IHC) di ER a livello locale, FISH ratio di HER2, e risultati del numero di copie sono stati disponibili per oltre 3 mila dei pazienti, notano Loi e colleghi. I livelli di FISH e il numero di copie di HER2 sono stati significativamente più alti nei pazienti ER negativi. Un significativo effetto del trattamento è stato trovato nella sopravvivenza complessiva (OS) e in quella libera da malattia (DFS) per tutti gli ER, IHC, livelli FISH, eccetto per i pazienti con ER positivo/HER2 basso FISH ratio (da 2 a meno di 5).
Nelle 615 pazienti nei quali i livelli di trascrizione dei geni ESR1 e HER2 erano disponibili, consistenti con i risultati complessivi, è stato osservato un significativo effetto predittivo del gene ESR1 per entrambi OS e DFS, indicando che anche il cancro al seno con alti livelli di ESR1 trae meno benefici dal trastuzumab.
“Ci chiediamo se questi pazienti possano beneficiare maggiormente dell’aumento della terapia endocrina piuttosto di quella all’HER2″, si domanda Loi.
Tuttavia, in un editoriale di accompagnamento Anne F. Schott della University of Michigan di Ann Arbor osserva che “i risultati del lavoro non cambiano la pratica – i dati clinici supportano la pratica corrente di trattamento con entrambe le terapie, quella dirett a HER2 e quella con gli estrogeni. In breve, dovremmo ancora trattare i pazienti tripli positivi con il trastuzumab”.

Fonte: JAMA Oncol 2016

David Douglas

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

 

 

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