Nell’Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo (SEE), le popolazioni migranti sono colpite in modo sproporzionato dall’infezione da HIV. La diagnosi tardiva in queste popolazioni è generalmente elevata e particolarmente elevata in alcuni sottogruppi di migranti. Sono necessari, dunque, sforzi maggiori per affrontare in modo efficace le esigenze di prevenzione e l’esecuzione di test dell’HIV nella popolazione di migranti che sono a rischio di infezione o che vivono con l’HIV nei paesi UE/SEE. È quanto emerso dalla sorveglianza attuata dal gruppo ECDC/WHO HIV Surveillance Network, che ha pubblicato i dati su Euro Surveillance.
Il gruppo ha analizzato le tendenze nelle nuove diagnosi di HIV e i fattori che contribuiscono alla diagnosi tardiva tra i migranti nei paesi dell’UE/SEE dal 2014 al 2023. Del totale delle diagnosi di HIV segnalate, il 45,9% riguardava migranti, con il 13,3% nato in paesi UE/SEE e l’86,7% in paesi non UE/SEE. La diagnosi tardiva è stata osservata nel 52,4% dei migranti, in particolare tra i migranti non UE/SEE con trasmissione eterosessuale, indipendentemente dal sesso.
Euro Surveill (2024) – doi: 10.2807/1560-7917.ES.2024.29.48.2400759