Nulla di più sbagliato che ridurre l’apporto di calcio (e dunque di latte e formaggi) nella dieta di chi soffre di calcoli renali dovuti proprio a elevate concentrazioni di calcio, o di ossalato di calcio nelle urine. Lo dimostra uno studio pubblicato sull’Archivio Italiano di Urologia e Andrologia, da cui è scaturito un documento di consenso nato dal confronto fra specialisti urologi, nefrologi, internisti, pediatri e nutrizionisti, presentato a Milano nell’ambito dei “Dialoghi della Chirurgia”, in occasione di Expo.
In Italia, il 10% della popolazione (6 milioni di persone) ha almeno una colica renale nella vita e il 50% di questi soffre di recidive. “Gruppi di studio composti da alcuni fra i maggiori specialisti italiani – precisa Domenico Prezioso dell’Università Federico II di Napoli – hanno lavorato su come inquadrare i diversi tipi di calcolosi e principalmente su quanto con l’alimentazione si possano correggere le alterazioni metaboliche alla base della formazione di calcoli e delle recidive. Si è dimostrato – prosegue Prezioso – che ridurre fortemente i prodotti contenenti calcio può addirittura essere controproducente, in particolare nel caso della calcolosi più frequente, quella dovuta ad ossalato di calcio”.
Molti anche gli accorgimenti alimentari consigliati da Alberto Trincheri dell’Ospedale di Lecco, per prevenire le recidive. Ad esempio, bere oltre due litri di acqua al giorno, riduce il rischio del 75%. Le acque migliori sono le oligominerali bicarbonato-calciche a basso contenuto di sodio. Il caffè (anche decaffeinato) e il tè abbassano il rischio rispettivamente al 26% e all’11%, ma fanno prevenzione anche vino, birra e limonate. Aumentano invece il rischio la cola (+23%) e le bevande gassate con aggiunta di zuccheri (+33%).
L’alimentazione consigliata coincide, ma non sempre, con la Dieta Mediterranea: poche proteine animali (carne), molte proteine vegetali (legumi), carboidrati (pasta e pane), molta frutta (ma non frutta secca) e verdura. Tollerate le patate, ma attenzione: controindicati pesce azzurro, spinaci, sale. Quest’ultimo è difficile da ridurre perché se ne trova molto negli insaccati e nel pane. “Gli aperitivi tanto in voga fra i giovani, da questo punto di vista – conclude – sono un veleno”.