Minicervelli umani impiantati in topi e ratti. A riuscirci sono stati due laboratori che presenteranno i loro risultati al meeting della Society for Neuroscience. La riuscita di tali esperimenti è molto importante perché rappresentano un passo indispensabile per poter studiare malattie come l’autismo o la schizofrenia ma che ha anche dei risvolti etici delicati.
Gli esperimenti
Secondo quanto riportato dal sito Stat, i ‘minicervelli’, delle dimensioni di una lenticchia, sono stati ideati dall’Università di Vienna, e finora erano stati creati solo in laboratorio. I due gruppi, tra cui quello di Fred “Rusty” Gage del Salk Institute, si legge negli abstract del convegno, sono riusciti a far sopravvivere anche per due mesi gli animali con il cervello ‘umanoide’, e gli organi sono stati connessi al sistema circolatorio dell’animale.
I neuroni umani hanno inoltre creato degli assoni, dei ‘cavi’ che trasportano i segnali elettrici, verso “diverse zone del cervello dei topo ospite”. Data la dimensione del cranio dei topi i cervelli non possono diventare simili a quelli umani, neanche infantili, spiega un esperto al sito, ma resta il problema etico di creare qualcosa che ha cellule sia umane che animali. “Questi animali non diranno ‘ciao’ – afferma Hank Greely, esperto di bioetica dell’Università di Stanford – ma gli avanzamenti rapidi della scienza devono far prendere in considerazione il fatto che si sta creando qualcosa di ‘umanoide’ che va preso sul serio in termini di dignità e rispetto”.