E’ ora, Bepi Colombo ha raggiunto l’orbita di fuga, sta sfrecciando alla velocità di circa 350.000 chilometri al giorno ed è pronto per cominciare la fase di test. “Il satellite è in ottima forma” e “abbiamo concluso la modalità operativa critica, chiamata Launch and Early Orbit phase, nella quale le attività di supporto vengono condotte 24 ore su 24”, ha detto Paolo Ferri, direttore delle operazioni di volo dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) dal centro di controllo della missione (Esoc) che si trova in Germania, a Darmstadt.
“Bepi Colombo si trova nella posizione orbitale corretta” e la sua orbita di fuga lo riporterà comunque vicino alla Terra tra circa un anno e mezzo, per prendere la prima spinta necessaria al suo viaggio. “E’ normale – ha aggiunto – che nei primi giorni dal lancio di un satellite si lavori 24 ore su 24. Sono giorni critici come quelli immediatamente successivi all’arrivo di un neonato: appena il satellite si separa dal lanciatore si trova ancora in uno stato da monitorare attentamente e da configurare per il volo”.
In questa fase avvengono infatti operazioni molto delicate perché decisive per il futuro della missione, come il dispiegamento dei pannelli solari e delle antenne. Conclusa questa fase critica, ha detto ancora l’esperto, “da adesso a metà dicembre entriamo nella fase di test, in cui il satellite viene osservato per 12 ore al giorno”. Si parte con i test sui motori tradizionali a idrazina, con piccole manovre di correzione in orbita, e in novembre sono previsti quelli sul motore a ioni, “importantissimo perché a dicembre dovremo utilizzarlo in modo operativo”. In programma fino a metà dicembre anche i test sui singoli strumenti scientifici a bordo.