(Reuters Health) – Dopo i dubbi sulla trasparenza nei dossier riguardanti l’erbicida glifosato, si apre un nuovo caso per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l’ente indipendente che fa capo all’OMS e valuta la cancerogenicità delle sostanze. Questa volta, al centro del dibattito c’è il benzene e la monografia che ne stabilisce la cancerogenicità, ma allo stesso tempo definisce i limiti di tollerabilità per l’esposizione umana.
La vicenda
Tutto nasce da una lettera inviata all’ente nel 2015 dall’ingegnere chimico Melvyn Kopstein, secondo il quale la IARC avrebbe sottostimato l’esposizione umana al benzene. In particolare, secondo Kopstein, nel rapporto Monograph 100F, in cui la IARC ha classificato il benzene come capace di provocare il cancro, l’agenzia spiega che la potenziale esposizione a livello lavorativo è inferiore ai limiti giornalieri raccomandati. Ma negli USA, alcuni lavoratori hanno fatto causa per i danni subiti dall’esposizione al benzene e si sono rivolti proprio a Kopstein per le prove scientifiche.Prove che dimostrerebbero che l’esposizione al benzene potrebbe essere più alta di quanto riportato dalla IARC. Anche un esperto indipendente, Peter Infante – che ha studiato il benzene per 40 anni e ha collaborato alla stesura della monografia dell’agenzia – si è detto insoddisfatto del modo in cui la valutazione era stata condotta e sul risultato, tanto da chiedere alla IARC di rivedere la posizione.
L’articolo di Lancet Oncology
Una possibilità di revisione si è aperta nel 2011, quando 27 scienziati si sono riuniti per una settimana per discutere proprio del benzene. In una sintesi della riunione, pubblicata da Lancet Oncology nel 2017, il panel di esperti aveva confermato la pericolosità della sostanza, soprattutto per l’insorgenza della leucemia, ma, per quanto riguardava l’esposizione, gli esperti avevano notato che era in generale diminuita sia in ambienti interni che esterni. Una conclusione che ancora una volta, secondo Kopstein, è “in totale disaccordo” contro le prove pubblicate e che lui stesso aveva segnalato alla IARC prima dell’incontro. La cosa che più avrebbe colpito Kopstein, comunque, sarebbe stata la riluttanza dell’agenzia a rispondere. Anche perché tra le ‘note’ della relazione sul benzene ci sarebbe l’invito a segnalare eventuali errori “in modo che correzioni future possano essere riportate”. Nonostante la sua influenza a livello mondiale, IARC è un’organizzazione relativamente piccola, con un budget di 43 milioni di euro ed è finanziata da 24 stati membri. Dal 1971 IARC ha esaminato mille sostanze, di cui la metà classificate come cancerogene, probabili cancerogene e possibili cancerogene.
Fonte: Reuters Health News
Kate Kelland
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)