Batteri geneticamente modificati utilizzati come farmaci: partono ufficialmente i test clinici sull’uomo. A dare il nulla osta sono stati gli enti regolatori statunitensi specificando che la sperimentazione viene identificata come “forme di terapia genica” per combattere diabete, ulcere da chemioterapia e malattie metaboliche, ma solleva molti dubbi per i rischi che potrebbe porre alla salute umana, come riporta il sito di Nature.
Tra i protagonisti di questa nuova era della biologia sintetica c’è la company Synlogic di Cambridge, che ha modificato il comune batterio Escherichia coli ottenendone due nuove versioni: una per combattere gli accumuli di ammoniaca nel sangue dei pazienti con malattie metaboliche del fegato, e una per rimuovere gli accumuli neurotossici dell’aminoacido fenilalanina nella persone colpite da una malattia genetica chiamata fenilchetonuria.
Un’altra company, la Intrexon nel Maryland, ha invece modificato un batterio usato nella produzione casearia (Lactococcus lactis) dandogli la capacità di combattere il diabete e quella di contrastare le ulcerazioni delle mucose provocate dalla chemioterapia. Sebbene questi microrganismi siano programmati per avere un effetto ‘a tempo’, altre aziende stanno sviluppando batteri Ogm capaci di colonizzare il corpo umano a lungo termine, ad esempio per potenziare le difese contro l’Hiv. Restano molte incognite riguardo la possibilità che i batteri possano trasmettere il loro geni modificati ad altri microrganismi con conseguenze imprevedibili sulla salute umana.