Le persone con una bassa densità ossea corrono un rischio più elevato del 42% di sviluppare demenza rispetto alle persone con una buona densità. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Erasmus University Medical Center di Rotterdam e pubblicato da Neurology. Lo studio, però, non ha riscontrato un’associazione causale tra le due condizioni.
Una bassa densità ossea e la demenza sono due patologie che comunemente colpiscono le persone anziane, specialmente quando la perdita ossea aumenta a causa di inattività fisica e scarsa nutrizione, dovute alla demenza.
Lo studio ha coinvolto 3.651 persone in Olanda, con un’età media di 72 anni, che non soffrivano, al basale, di demenza. Negli 11 anni di follow-up, il 19% (688 persone) ha sviluppato questa condizione. I ricercatori, contemporaneamente, hanno analizzato la densità ossea ai raggi X.
Delle 1.211 persone con la densità ossea più bassa, 90 hanno manifestato demenza entro 10 anni, contro 57 tra le 1.211 persone che avevano una densità ossea maggiore. Dopo aver valutato i dati sulla base di età, sesso, livello di istruzione, altre patologie, uso di farmaci e familiarità per la demenza, è emerso che, nell’arco dieci anni, le persone con bassa densità ossea avevano il 42% di probabilità in più di sviluppare demenza rispetto alle persone con densità ossea più elevata.
“La nostra ricerca ha individuato un legame tra perdita ossea e demenza, ma sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio questa connessione – conclude Mohammad Arfan Ikram, primo autore dello studio – È possibile che la perdita ossea possa verificarsi già nelle prime fasi della demenza, anni prima che si manifestino i sintomi clinici. Se così fosse, la perdita ossea potrebbe essere un indicatore di rischio per la demenza”.
Fonte: Neurology 2023