Un numero uguale di ragazze e ragazzi riceverebbe una diagnosi di disturbo dello spettro autistico (ASD) se fossero sottoposti precocemente a screening e le differenze negli attuali approcci diagnostici fossero corrette. È la conclusione cui è giunta una ricerca pubblicata su Biological Psychiatry da un team dell’Università del Minnesota, guidato da Catherine Burrows e Jed Elison.
Il gruppo ha usato dati raccolti dalla rete Brain Imaging Study Network, che includeva un gruppo di bambini a maggiore probabilità di sviluppare i disturbi dello spettro autistico dai sei ai 60 mesi di età.
Dall’analisi è emerso che un uguale numero di ragazze e ragazze può avere una diagnosi di disturbo dello spettro autistico quando lo screening è precoce e quando si correggono bias legati al sesso, dovuti agli strumenti diagnostici.
“La convinzione comune i disturbi dello spettro autistico colpiscano più i ragazzi che le ragazze – commenta Burrows – La nostra ricerca mostra che le ragazze e i ragazzi hanno, invece, tassi simili. Gli attuali processi di screening spesso non individuano le ragazze, che ricevono più tardi una diagnosi di disturbo dello spettro autistico”. Secondo Elison, infine, “è fondamentale riconoscere e capire le limitazioni dei tradizionali approcci diagnostici e di screening e cercare soluzioni ad hoc”.
Fonte: Biological Psychiatry 2022
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)