A seguito di una commozione cerebrale, il ritorno all’attività fisica da moderata a intensa può avere un ruolo positivo nell’aiutare gli adolescenti a sentirsi meno ansiosi. È quanto emerge da una ricerca condotta da un team dell’Università del Colorado, guidato da Katherine Smulligan, i cui risultati sono stati pubblicati su Medicine & Science in Sports & Exercise.
Secondo le stime, a circa il 20% degli adolescenti viene diagnosticata almeno una commozione cerebrale nel corso della vita e questo evento può anche intensificare eventuali problemi di salute mentale preesistenti all’infortunio. I pazienti generalmente credono che dopo una commozione cerebrale si debba restare sedentari ed evitare del tutto l’attività fisica, anche se sempre più studi indicano come in molti casi questo atteggiamento conservativo non sia necessario.
Lo studio
Il team ha preso in considerazione 48 partecipanti reduci da una commozione cerebrale, monitorati tramite dispositivi indossabili. Dall’analisi è emerso che per ogni ora dedicata all’attività fisica durante la settima, i punteggi dell’ansia – secondo il PROMIS anxiety T-score – diminuivano di 5,3 punti.
Secondo i ricercatori, dunque, vi sarebbe una correlazione positiva tra il tempo passato in attività fisica da moderata a intensa durante il recupero e un minore quantità di sintomi di ansia auto-riferiti nel follow-up. Una maggiore intensità di attività fisica rispetto a quella prescritta come standard durante il recupero, quindi, può essere utile per i ragazzi che manifestano sintomi di ansia dopo una commozione cerebrale.
“Indipendentemente dalla commozione cerebrale, le persone che fanno più esercizio fisico tendono ad avere meno ansia, quindi non sorprende che la stessa cosa si osservi dopo una commozione cerebrale”, spiega Katherine Smulligan,” Dovranno essere condotte ulteriori ricerche per determinare quanta attività fisica è vantaggiosa per il recupero e quando si dovrebbe iniziare”.
Fonte: Medicine & Science in Sports & Exercise 2023