(Reuters Health) – Quando una diagnosi di asma arriva dopo la maggiore età, bisogna porre maggiore attenzione al rischio di eventi cardiovascolari. A scoprire una connessione tra diagnosi tardiva di asma e problemi cardiaci, tra cui ictus e infarto, è stato uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association. “Si tratta del proseguimento di lavori precedenti fatti nello stesso ambito”, sottolinea il coordinatore della ricerca, Matthew Tattersall della University of Wisconsin School of Medicine and Public Health di Madison.
Lo studio
Tattersall e colleghi hanno preso in considerazione 111 partecipanti con diagnosi tardiva di asma, 55 con diagnosi precoce (fatta prima dei 18 anni) e 1.103 persone sane. L’età media della diagnosi nel primo gruppo era di 40 anni, mentre nel secondo era di nove. Le persone coinvolte sono state seguite per 14 anni e in questo periodo sono stati registrati 223 eventi cardiovascolari: 179 nel gruppo di persone senza asma, 22 nel gruppo con diagnosi tardiva e 7 in quello con diagnosi precoce.
I risultati
La frequenza di incidenza di eventi cardiovascolari è risultata essere più alta negli asmatici con diagnosi tardiva, il 12,7%, contro il 3,8% di quella registrata tra gli asmatici individuati precocemente e l’8,9% nel gruppo di persone senza asma. Complessivamente, le persone con una diagnosi tardiva sarebbero dunque a maggiore rischio di eventi cardiovascolari rispetto ai non asmatici. Un dato confermato anche dall’analisi con i valori ‘aggiustati’ da fattori che avrebbero potuto alterare il risultato.
I commenti
“Dal punto di vista clinico, l’associazione tra diagnosi tardiva di asma ed eventi cardiovascolari ha due implicazioni importanti – precisa Tattersall –. Prima di tutto ci permette di individuare un gruppo a maggiore rischio di problemi a livello cardiaco, che potrebbe essere compreso in programmi di prevenzione. poi –dal momento che si verifica una sovrapposizione tra i sintomi di asma e di problemi al cuore – i medici dovrebbero tener conto della connessione tra i due problemi, in modo da diagnosticare i pazienti al meglio”.
Secondo Allan Stewart, direttore di Chirurgia aortica e co-direttore del Valve Center al The Mount Sinai Hospital di New York, quello appena pubblicato “è uno studio prospettico, e i fattori che potrebbero alterare il risultato sono stati ben controllati. Anche se individuare il meccanismo alla base di questo legame non era uno degli scopi dei ricercatori, c’è un utile messaggio in questo studio: chi ha una diagnosi tardiva di asma dovrebbe porre più attenzione alla prevenzione di eventi cardiovascolari e fare più esercizio fisico, controllare maggiormente il peso corporeo e seguire un’alimentazione sana”.
Fonte: J Am Hearth Assoc 2016
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)