Una nuova possibilità di trattamento per l’asma dovuta ad allergia potrebbe risiedere nel gusto amaro e precisamente nella stimolazione dei recettori del gusto amaro appunto. Ad ipotizzare questa singolare possibilità è uno studio pubblicato su Nature Scientific Reports.
Lo studio
L’asma colpisce almeno 300 milioni di persone al mondo ed è caratterizzata da infiammazione delle vie aeree, secrezione di muco e irritabilità delle mucose. Recenti ricerche hanno individuato recettori del gusto amaro (bitter taste receptors, o TAS2R) non solo sulla lingua, ma anche in tessuti che non hanno nulla a che fare con il gusto, come i polmoni, dove sono associati a una funzione di tipo difensivo e dove, se stimolati, provocano broncodilatazione, distendendo le vie aree.
A partire da qui, un team di ricerca dell’Istituto di Ricerca Medica di Woolcock, in Australia, ha indotto nei topi asma allergico. Quindi ha somministrato loro, per via intranasale o aerosol, clorochina e chinina, due sostanze che stimolano i recettori del gusto amaro, utilizzate come farmaci anti-malaria ma anche come aromi per l’acqua tonica.
Hanno così verificato che questi composti riescono a non solo a ridurre i sintomi della malattia, ma anche ad impedire l’infiammazione allergica e le modifiche strutturali alle vie aeree tipiche nei soggetti con asma. “La nostra ricerca è cruciale per identificare nuove classi di farmaci che possono essere un’opzione efficace per il trattamento dell’asma in futuro”, commenta Pawan Sharma, che ha guidato lo studio.