(Reuters Health) – I lavoratori del settore tessile sarebbero a rischio di soffrire di artrite reumatoide tre volte di più di altri operai. Secondo uno studio coordinato da Chun Lai Too dell’Institute for Medical Research, Jalan Pahang di Kuala Lumpur (Malesia) e pubblicato online su Annals of the Rheumatic Disease, respirare polveri tessiti aumenterebbe il rischio di sviluppare questa patologia autoimmune. I ricercatori pensano che il meccanismo alla base del collegamento polveri tessili/artrite reumatoide sia dovuto al cambiamento indotto nel tessuto polmonare dalle polveri inalate. Queste variazioni nella struttura polmonare, poi, porterebbero alla risposta immunitaria tipica dell’artrite reumatoide. “Ma i più colpiti sono le persone con fattori di rischio genetici per la malattia”, ha dichiarato uno degli autori dello studio, Camilla Bengtsson del Karolinska Institute di Stoccolma.
Sebbene il dato andrebbe approfondito, la ricerca quantomeno suggerisce l’utilità delle protezioni come le mascherine per prevenire l’inalazione delle polveri. “Specialmente nei Paesi in via di sviluppo dove le industrie tessili sono molto diffuse – ha dichiarato Bengtsson – ci vorrebbero iniziative di salute pubblica per proteggere i lavoratori”.
Le evidenze dello studio. Un campione composto da sole donne
Per lo studio, sono stati presi i dati relativi a 910 donne con artrite reumatoide e altre 910 che non avevano la patologia. Lo studio si è limitato alle donne dal momento che in Malesia, con in altri Paesi in via di sviluppo, la gran parte degli operai del settore tessile è donna. Inoltre, in questi Paesi, le donne generalmente fumano meno degli uomini. In questo modo i ricercatori hanno cercato di trovare una popolazione con un solo fattore di rischio, eliminando il fumo che è riconosciuto come una delle cause dell’artrite reumatoide.
Tra le donne che soffrivano di questa malattia autoimmune, il 4,5% era stata esposte a polveri tessili a lavoro, mentre tra le donne che non avevano la malattia, solo l’1,7% lavorava nel settore tessile. Inoltre, quasi il 40% delle operaie che manifestavano la patologia aveva un fattore di rischio genetico. In presenza di questo fattore, il rischio di soffrire di artrite reumatoide tra le operaie del tessile era 39 volte più alto rispetto alla donne impiegate in altri settori.
I commenti
Tra le limitazioni dello studio, però, c’è la mancanza di dati su altri potenziali agenti tossici che le donne avrebbero potuto respirare e che avrebbero potuto contribuire allo sviluppo di artrite reumatoide. Inoltre, i ricercatori non hanno distinto tra lavoro a casa e lavoro in fabbrica, dove la quantità di tossine dell’aria è presumibilmente più alta. Secondo Jill Norris, epidemiologo all’University of Colorado Anschutz Medical Campus di Aurora, estraneo allo studio, “è possibile che qualche altro fattore legato al lavoro nell’industria tessile sia responsabile dell’aumento dell’artrite reumatoide. Non sappiamo con certezza se la dieta o altri fattori legati al lavoro tessile possano aver contribuito all’insorgenza di questa malattia”. “Altre ricerche hanno indagato, nella popolazione maschile, il collegamento tra inalazione di silice e altri tipi di fumi e artrite reumatoide”, ha commentato Dan Murphy del Royal Cornwall Hospital di Truro, in Gran Bretagna. “Le polveri tessili – ha spiegato – potrebbero contenere nanoparticelle di carbonio che alterano l’ambiente nel polmone e provocano una risposta autoimmune. L’artrite reumatoide, dunque, si potrebbe prevenire smettendo di fumare e indossando appropriate mascherine sul luogo di lavoro”.
Fonte: Ann Reum Dis 2016
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)