Da smartphone e tablet a monitor per computer e schermi TV interattivi, i display elettronici sono ovunque. Con l’aumentare della richiesta, aumenta anche l’urgenza di introdurre apparecchi portatili più comodi e, in particolare, di elementi come i display da computer che possano essere facilmente “arrotolati” e riposti più semplicemente in borsa. Un recente studio dell’Università di Tel Aviv ha suggerito l’uso di un’innovativa struttura basata sul DNA per produrre schermi sottili, trasparenti e flessibili. Si tratta di un materiale leggero, organico ed ecologico, che risulta flessibile ed è in grado di emettere da un singolo strato di pixel la stessa luminosità che oggi viene emessa da diversi strati. Utilizzando un singolo strato è possibile ridurre drammaticamente i costi di produzione e quindi anche i costi al consumo.
Lo studio è stato incentrato sul PNA, un ibrido sintetico di peptidi e DNA. Tramite metodi come la microscopia elettronica e la cristallografia a raggi X, è stato scoperto che tre delle molecole sintetizzate erano in grado di auto-assemblarsi in strutture ordinate entro pochi minuti. La struttura ottenuta ricordava la doppia elica del DNA, ma mostrava anche alcune caratteristiche dei peptidi: ciò riflette il singolare dualismo del nuovo materiale che è risultato anche naturalmente fluorescente. A differenza di altri materiali fluorescenti, però, queste strutture emettono luci di ogni colore ed emettono luce anche in risposta all’esposizione all’elettricità, il che le rende il candidato perfetto per apparecchi come gli schermi dei monitor. (Nature Nanotechnology online 2015, pubblicato il 30/3)