(Reuters Health) – Poche decine di droni “armati” di defibrillatori potrebbero consentire un soccorso fino a 10 minuti più veloce, rispetto ai tempi standard di intervento, ai pazienti in arresto cardiaco. Lo dice uno studio canadese pubblicato su Circulation. In un futuro non troppo lontano la tecnologia potrebbe dare un’accelerata alle pratiche di intervento in caso di arresto cardiaco: il trasporto di defibrillatori via drone potrebbe diventare una realtà e velocizzare le procedure in caso di emergenza, ribaltando molti esiti altrimenti fatali. Nelle simulazioni dei ricercatori, i droni hanno ottenuto tempi di intervento migliori rispetto ai tempi di risposta del 911 fino a 6 minuti e 43 secondi nelle aree urbane e fino a 10 minuti e 34 secondi nelle zone più rurali.
Lo studio
I ricercatori hanno esaminato i dati storici riferiti a 53,702 arresti cardiaci distribuiti su oltre 26,851 chilometri quadrati (10.367 miglia quadrate) di regioni rurali e urbane circostanti Toronto (Ontario). Lo scopo era quello di studiare come i droni potrebbero essere impiegati per fornire aiuto a pazienti in arresto cardiaco più rapidamente rispetto ai tempi standard di risposta del 911. I ricercatori hanno calcolato che se i droni, poche decine, fossero distribuiti in modo uniforme in tutta la regione sarebbe possibile anticipare in media di un minuto il soccorso rispetto ai sistemi tradizionali. “Il drone può volare in linea retta ed evitare ostacoli che l’ambulanza non può evitare, arrivando sul posto più velocemente trasportando un defibrillatore che uno qualsiasi dei presenti può utilizzare in attesa dei paramedici. Anticipare di un minuto la defibrillazione può fare la differenza per il paziente”, ha commentato Timothy Chan, direttore del Centro per l’Ingegneria sanitaria presso l’Università di Toronto.
I numeri
Nello studio ricercatori hanno calcolato che una rete regionale di 100 droni dispiegati in 80 basi sarebbe necessaria e sufficiente per anticipare di tre minuti il tempo di soccorso. Se utilizzati in aree molto densamente popolate, basterebbero 70 droni in 49 basi. Utilizzando i droni il 92% dei pazienti con arresto cardiaco sarebbe stato trattato più velocemente di quanto lo sarebbe stato facendo affidamento sulla rete tradizionale dei servizi medici di emergenza. Un limite dello studio risiede nel fatto che i ricercatori hanno utilizzato i dati relativi solo ai casi confermati di arresto cardiaco e non a ogni sospetto arresto cardiaco che ha richiesto l’intervento del 911. Questo potrebbe significare una sottovalutazione del numero di droni necessari a una copertura efficace del territorio. Non sono neanche stati calcolati i costi di un servizio simile.
Alcuni prototipi firmati “Google”
Diverse aziende hanno sviluppato prototipi di tecnologie che possono essere utilizzate per l’impiego dei droni nel trasporto di defibrillatori. Google, ad esempio, ha un brevetto per la consegna di diverse forniture mediche utilizzando i droni. Non mancano poi le proposte per estendere l’utilizzo di queste macchine ad altri compiti non necessariamente di natura medica.
Circulation 2017
di Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)