(Reuters Health) – L’apnea centrale nel sonno (CSA) potrebbe raddoppiare o triplicare il rischio di fibrillazione atriale. È quanto sostiene un gruppo di ricercatori coordinati da Susine Redline, del Brigham and Women’s Hospital di Boston, in uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association. Studi precedenti avevano dimostrato un’alta prevalenza della fibrillazione atriale nei pazienti che soffrono di apnea ostruttiva del sonno (OSA). Inoltre, la CSA sarebbe collegata alla fibrillazione nei pazienti con insufficienza cardiaca, ma lo stesso collegamento non è chiaro nella popolazioni generale.
Lo studio
Redline e colleghi hanno preso in considerazione quasi tremila adulti con età media di 63 anni. Di questi, circa la metà soffriva di una lieve ostruzione notturna e circa un quinto aveva un forma da moderata a grave, con un indice di apnea-ipopnea di 15 o superiore. Il 2,5% dei partecipanti soffriva di CSA, il 3% aveva la respirazione di Cheyne-Stokes e il 4,6% aveva CSA o respirazione di Cheyne-Stokes. Durante il follow-up medio di 5,3 anni, a 338 persone è stata diagnosticata fibrillazione atriale dopo una media di 1.817 giorni dall’inizio dello studio. I pazienti che avevano fibrillazione erano i più anziani, avevano una maggiore probabilità di soffrire di pressione alta e/o diabete, assumevano medicinali per il cuore e avevano una precedente storia di malattie cardiache, insufficienza cardiaca o ictus, rispetto ai pazienti che non avevano sviluppato fibrillazione atriale. E la CSA avrebbe consentito di predire la fibrillazione in tutti i modelli, secondo quanto riferito dagli autori. “Le persone con CSA avevano una probabilità da due a tre volte maggiore di soffrire di fibrillazione atriale”, afferma Redline. In particolare, i rapporti sarebbero stati di 3,0 con la CSA, 1,83 con la respirazione Cheyne-Stokes e 2,0 con CSA o respirazione Cheyne-Stokes. Di contro, non ci sarebbe associazione con le apnee ostruttive. “Chi soffre di CSA potrebbe avere problemi cardiaci precedenti o potrebbe essere più sensibile ai cambiamenti dei livelli di anidride carbonica – spiega Redline – Ora bisogna indagare se il trattamento della CSA possa ridurre il rischio di sviluppare fibrillazione”.
Fonte: Journal of the American Heart Association
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)