Un cuore più caldo del previsto si nasconde nei ghiacci dell’Antartide occidentale. A scoprirlo sono stati i geologi dell’Università della California a Santa Cruz misurando direttamente il flusso di calore sprigionato da sorgenti geotermiche profonde nella crosta terrestre che contribuiscono a sciogliere la base della calotta glaciale.
Per misurare il flusso di calore, i ricercatori hanno preso la temperatura del sedimento posto al di sotto del lago subglaciale Whillans, nascosto da quasi un chilometro di ghiacci: la sonda ha registrato valori termici che con la profondità aumentano 5 volte più velocemente di quanto non accada normalmente negli altri continenti. Il flusso di calore è pari a 285 milliwatt per metro quadro, circa lo stesso calore sprigionato da una piccola lampadina a led. ”Conoscere questo dato, è importante per fare previsioni precise sul comportamento futuro della calotta glaciale occidentale – spiega Slawek Tulaczyk, coordinatore dello studio – in modo da capire quanto si sta sciogliendo, quanto si muovono veloci i flussi di ghiaccio e quali conseguenze ci saranno sull’innalzamento del livello del mare”.
I geologi sottolineano come queste sorgenti geotermiche non siano responsabili del rapido scioglimento dei ghiacci registrato nell’ultimo decennio; ”fanno parte del sistema”, precisano. “La calotta glaciale si è sviluppata ed evoluta insieme a loro”. Quello che possono spiegare, però, è ”perché il ghiaccio qui è così instabile: se sommiamo gli effetti del riscaldamento globale – concludono i geologi – allora le cose possono cambiare molto rapidamente”. I dati raccolti, pubblicati su Science Advances, aiuteranno, quindi, a prevedere in modo più preciso il destino dei ghiacci nel continente bianco.