(Reuters Health)- Nella forma “atipica” di anoressia nervosa, nonostante una significativa perdita di chili, il peso corrente del soggetto malato rimane compreso nel range di normalità. Gli adolescenti con anoressia atipica hanno comportamenti e cognizioni simili a quelli dei pazienti con anoressia nervosa totale, e complicazioni fisiche acute simili. “Abbiamo osservato un aumento notevole di questo tipo di anoressia nervosa tra i pazienti adolescenti ricoverati “, dicono Susan M. Sawyer e i colleghi dell’Università di Melbourne in Australia nel loro studio pubblicato su Pediatrics. “Sorprendentemente, tra i pazienti ricoverati in ospedale con disturbi alimentari restrittivi, la proporzione dei soggetti che non erano sottopeso è salita dall’8% al 47% nel corso di un periodo di sei anni”.
Lo studio
Per indagare ulteriormente questo fenomeno, i ricercatori hanno confrontato 42 pazienti con anoressia nervosa atipica con 118 con disturbo totale da anoressia nervosa, tra gli iscritti ad un programma specialistico pediatrico per i disturbi alimentari. Tra i pazienti atipici, il 71% erano in sovrappeso o obesi, contro il 12% dei pazienti con anoressia totale. La perdita di peso media era 17,6 kg per il gruppo con anoressia atipica, rispetto ai 11 kg per i pazienti con anoressia totale, e i pazienti atipici avevano anche perso peso per un periodo di tempo più lungo (13,3 contro 10,2 mesi). La frequenza della presenza di bradicardia e instabilità ortostatica erano simili per gli entrambi i gruppi. Ci sono state anche differenze significative nelle frequenze delle comorbidità psichiatriche o nelle ideazioni di suicidio. I pazienti con la forma atipica hanno inoltre segnalato un disagio più grave, sia per la loro immagine corporea che per l’alimentazione. “Questo studio è un richiamo convincente dell’importanza di un’attenta valutazione fisica, comportamentale e psicologica negli adolescenti che hanno perso peso, anche in quelli che hanno un peso pari o superiore a quello potrebbe apparire come un peso sano, così da poter individuare e intervenire su quelli per i quali anche piccole quantità di perdita di peso possono segnalare un disturbo alimentare di fondo”, concludono gli autori.
Fonte: Pediatrics 2016
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)