Le difficoltà nel linguaggio potrebbero essere un campanello d’allarme per la malattia di Alzheimer. A porre l’attenzione sulla difficoltà a trovare le parole, sui troppi intercalari o sulle molte pause nel discorso come possibili segnali dell’Alzheimer è un maxi-studio, il più ampio mai condotto finora sull’argomento, coordinato da Sterling Johnson della University of Wisconsin-Madison e presentato in occasione della conferenza della Alzheimer’s Association International a Londra.
Già in passato è stata indicata la possibilità che cambiamenti progressivi nel modo di parlare potessero riflettere un maggior rischio di ammalarsi. In questo lavoro gli esperti hanno confrontato centinaia di persone sane a quelle con declino cognitivo e a persone con rischio di Alzheimer per familiarità.
Tutti i partecipanti alla ricerca, a più riprese nell’arco di due anni, dovevano cimentarsi nella descrizione di una immagine loro mostrata, sempre la stessa. E’ emerso che col trascorrere del tempo le persone a rischio Alzheimer, specie quelle con una forma lieve di declino cognitivo già in atto, diventavano meno brave nel descrivere, usavano più pronomi al posto dei nomi, frasi più corte, più intercalari e pause alla ricerca di parole che ‘si bloccano sulla punta della lingua’, insomma manifestavano difficoltà di comunicazione verbale.