La percentuale non è altissima ma è pur sempre un inizio; per la prima volta più della metà delle persone con Hiv, il 53%, ha accesso al trattamento antiretrovirale ed i decessi connessi alla malattia risultano quasi dimezzati dal picco del 2015 e sono passati da 1,9 milioni a un milione. Sono questi i principali dati che emergono dal Programma delle Nazioni Unite per la lotta contro l’Aids (Unaids).
Il quadro
Nel 2016, su un totale stimato di 36,7 milioni di persone che vivono con l’Hiv nel mondo, 19,5 milioni di persone avevano accesso al trattamento antiretrovirale. L’obiettivo è ora di giungere a 30 milioni di persone in trattamento entro il 2020, afferma l’Unaids.
La regione che ha registrato i maggiori progressi è l’Africa orientale e meridionale, la più colpita dall’epidemia: dal 2010, i decessi sono diminuiti del 42% e le nuove infezioni del 29%.
I progressi sono stati più timidi in Medio Oriente e Africa del Nord, nell’Europa dell’est e in Asia centrale. In queste due ultime regioni, l’Unaids sottolinea aumenti “allarmanti” di nuovi casi di infezione.
“Viviamo in tempi fragili, dove i guadagni possono essere facilmente invertiti”, ha ammonito il direttore esecutivo dell’Unaids Michel Sidibé mettendo in guardia dalla “compiacenza”.
Nel mondo un totale stimato di 1,8 milioni di nuove infezioni sono state registrate nel 2016. L’Unaids stima che circa 35 milioni di individui sono morti in seguito a malattie legate all’Aids dall’inizio dell’epidemia.