Le persone che hanno l’abitudine di aggiungere sale al loro cibo, a tavola, presentano un aumentato rischio di morte prematura per qualsiasi causa.
A evidenziare questo fenomeno è stato uno studio condotto su più di 500mila persone da un team guidato da Lu Qi, della Tulane University di New Orleans (USA). I risultati della ricerca sono stati pubblicati dall’European Heart Journal.
Lo studio
I ricercatori hanno analizzato dati relativi a 501.379 persone che hanno partecipato allo studio UK Biobank, nel quale, alle persone coinvolte, è stato chiesto se avevano l’abitudine di aggiungere sale a tavola, indipendentemente da quello impiegato durante la cottura.
Il team di ricerca ha quindi aggiustato i dati in base a diversi fattori come il fumo, l’indice di massa corporea, l’assunzione di alcool, l’attività fisica e la dieta. I partecipanti sono stati seguiti per una media di nove anni e la morte veniva definita prematura se arrivava prima dei 75 anni.
Dai risultati è emerso, in particolare, che rispetto a coloro che non aggiungono sale o lo fanno raramente, coloro che lo aggiungono sempre presentano un aumento del 28% del rischio di morte prematura.
Se si considera, inoltre, che nella popolazione generale, circa tre persone ogni 100 muoiono in modo prematuro tra 40 e 69 anni, aggiungere sale alle pietanze determinerebbe un aumento di una persona ogni cento a questa valutazione.
Le persone che aggiungono sempre sale, rispetto a quelli che non lo fanno mai o che lo fanno raramente, hanno, dunque, una ridotta aspettativa di vita che, all’età di 50 anni, è di 1,5 anni più bassa per le donne e di 2,28 anni inferiore per gli uomini.
Fonte: European Heart Journal 2022