Quasi un adulto su cinque affetto da cardiopatia congenita sviluppa un’aritmia. Inoltre questi pazienti corrono un rischio più elevato di ricovero e doppio di morte prematura rispetto a chi non sviluppa aritmia. È quanto emerge dallo studio di un team israeliano del Rabin Medical Center di Petah Tikva, pubblicato dal Journal of the American Heart Association.
L’indagine è stata condotta – tra il 2007 e il 2011 – su 11.653 adulti con malattie congenite. Dall’analisi è emerso che quasi il 20% degli adulti con cardiopatia congenita presentava aritmie all’inizio dello studio o le sviluppava nel corso dei cinque anni di follow up. Gli adulti con malattie cardiache congenite che sviluppavano una tachiaritmia atriale avevano un rischio più alto del 65% di morire precocemente rispetto a coloro che non avevano un battito cardiaco irregolare, mentre quelli che andavano incontro a tachiaritmia ventricolare avevano il doppio di probabilità di morire prima rispetto a chi non aveva aritmie.
Infine, i pazienti che manifestavano aritmie atriale, ventricolare o atrioventricolare, nei sei mesi precedenti, avevano un tasso di ricoveri fino al 33% più alto rispetto alle persone senza aritmie.
“I nostri risultati evidenziano la necessità di un follow-up continuo per le persone con malattie cardiache congenite”, ha dichiarato Mili Schamroth-Pravda, del Robin Medical Center di Petah Tikva, “Tutte le malattie cardiache congenite comportano un certo rischio di aritmie in età avanzata e dovrebbero essere valutate individualmente e monitorate su base regolare”.
Fonte: Journal of the American Heart Association 2024