Nuove prospettive di cura per i pazienti oncologici: presso il CERN di Ginevra è stato presentato il prototipo di un acceleratore lineare compatto per adroterapia.
Si tratta di uno strumento in grado di produrre radiazioni di protoni che colpiscono, con precisione millimetrica, il target tumorale, senza intaccare i tessuti sani circostanti. A differenza dell’irradiazione con raggi X, l’adroterapia consente di utilizzare dosi molto più elevate, grazie appunto alla grande selettività del fascio irradiante.
Gli acceleratori utilizzati fino ad oggi sono di tipo “circolare”, quello invece messo a punto a Ginevra da un gruppo di giovani ricercatori italiani, è un prototipo di tipo “lineare” (linac), più leggero e facile da installare. Potrà infatti essere montato su un sistema meccanico che ruota attorno al lettino del paziente, con un ingombro ridotto rispetto ai sistemi attualmente in uso.
Ma i vantaggi non si esauriscono qua. Il prototipo è anche in grado di produrre un fascio di protoni più adatto alla terapia di precisione per i “tumori mobili”, quelli cioè che durante l’irradiazione, subiscono piccoli spostamenti a causa del ciclo respiratorio del paziente. Senza contare che l’energia dei protoni prodotti dal linac è di 24 MeV (milioni di elettronVolt), contro i 19 MeV dei protoni ottenuti dai ciclotroni. Questo comporta un netto miglioramento delle capacità diagnostiche e maggiori probabilità di successo a livello terapeutico.
Attualmente in Italia, lo scenario non è dei migliori: i Centri italiani che dispongono di acceleratori per questo tipo di irradiazioni sono solo tre, a Pavia (CNAO), Trento e Catania. Proprio per ovviare a questa grave mancanza, è nato il progetto di Fondazione Tera, sostenuto da Fondazione Just Italia. “L’Adroterapia con fasci di protoni rappresenta una delle terapie più innovative e di maggiori prospettive in campo oncologico”, ha commentato il professor Roberto Orecchia, membro del Consiglio della Fondazione TERA, e Direttore Scientifico dello IEO. “Per questo è importante che il Progetto in via di sviluppo presso il CERN si concluda positivamente e in tempi rapidi e che sia possibile far arrivare a tutti il messaggio che le nuove ed efficaci opzioni per la cura dei tumori solidi, compresi quelli dei pazienti pediatrici, sono concrete e saranno a breve accessibili a un numero molto più ampio di malati.”