Acido folico in gravidanza: i tempi contano

Acido folico

Assumere acido folico prima del concepimento riduce significativamente il rischio di basso peso gestazionale del bambino alla nascita, come accertato da un recente studio britannico. Questa caratteristica neonatale, che si può definire come l’appartenenza ad una categoria di peso che rientra nel 10% più leggero in assoluto fra tutti i bambini nati, è associata ad un aumento di morbidità e mortalità neonatale, nonché del rischio di malattie croniche nelle fasi successive della vita, come diabete, ipertensione, obesità, malattie cardiovascolari e problemi di salute mentale. Era già stato dimostrato che l’integrazione dell’acido folico sia in grado di ridurre il rischio di difetti del tubo neurale, come la spina bifida, e si raccomanda di iniziarne l’assunzione prima del concepimento, ma il suo assorbimento è basso, non superando il 31%, ed è minimale nelle ragazze più giovani e nelle minoranze etniche. Nonostante le raccomandazioni, quella della somministrazione di acido folico è una politica poco seguita, ed è necessario  implementare strategie per migliorarne l’assorbimento. E’ inoltre necessario effettuare ulteriori ricerche per comprendere il modo in cui l’integrazione dell’acido folico produca i suoi effetti sul peso neonatale, e per accertare come ottimizzarne la somministrazione nelle donne considerate a rischio di dare alla luce un bambino relativamente piccolo rispetto alla sua età gestazionale. (BJOG online 2014, pubblicato il 25/11)

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