Seno denso: più screening e diagnosi con leggi ad hoc. L’esempio USA

(Reuters Health) – Negli USA le leggi statali che prevedono che le donne con seni densi siano informate dei vantaggi di far seguire a una mammografia ulteriori esami stanno centrando l’obiettivo: aumentano i controlli e le diagnosi tempestive di tumore al seno.

Ne rende conto uno studio condotto da ricercatori della Yale School of Public Health di New Haven, Connecticut.

Circa la metà delle donne statunitensi quarantenni e cinquantenni hanno seni densi. Diversi Stati obbligano i medici a inviare lettere di notifica alle donne le cui mammografie segnalano la presenza di tessuto denso. Alcuni Stati prevedono anche che queste donne ad alto rischio effettuino, sempre su consiglio medico, un’ecografia o una risonanza magnetica.

Lo studio
I ricercatori hanno esaminato dati relativi a screening e diagnosi di cancro di oltre 1,4 milioni di donne, di età compresa tra 40 e 59 anni, in nove Stati con leggi sulla notifica del seno denso e in 25 Stati senza questa legislazione.

“Abbiamo scoperto che le leggi sulla notifica del seno denso si associavano a piccoli incrementi nel rilevamento di tumori”, dichiara l’autrice principale dello studio, Susan Busch.“Questo effetto è stato osservato solo in Stati con leggi che includevano affermazioni sui benefici di esami supplementari. Non avevamo abbastanza dati sul follow-up per fare il passo successivo e stabilire se le leggi sulla notifica del seno denso fossero associate a una ridotta mortalità per tumore al seno”.

Dallo studio non si evince chiaramente in che misura tali leggi potrebbero portare a sovradiagnosi e quante vite potrebbero essere salvate rilevando prima tumori aggressivi quando sono più facili da trattare.

“La mammografia è ancora il gold standard per il rilevamento del tumore al seno, anche per le donne con seni densi, e diversi studi hanno dimostrato che la scoperta di tumori tramite la mammografia riduce il rischio di decesso per cancro al seno nelle le donne a partire dai 40 anni”, osserva Catherine Tuite, primario di radiologia senologica presso il Fox Chase Cancer Center di Philadelphia, non coinvolta nello studio.

“Le donne con tumore al seno che effettuano una mammografia di screening hanno meno probabilità di morire per tale causa rispetto a chi non si sottopone all’esame”, aggiunge Tuite. “Esami di screening supplementari come l’ecografia di tutto il seno, la MRI o l’MBI non sono sostituti della mammografia perché vi sono comunque alcuni tumori e modifiche precancerose che vengono visualizzati meglio con una mammografia che con altri test”.

Fonte: American Journal of Public Health 2019
Lisa Rapaport
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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