Un gruppo di ricercatori dell’Università americana dell’Oregon coordinati da Jadwiga Giebultowicz e David Hendrix ha scoperto un gruppo di geni che entrano in azione in tarda età ed in periodi particolarmente stressanti. Secondo gli autori, i risultati, pubblicati su Nature Communications, suggeriscono che l’orologio biologico aiuti l’organismo ad adattarsi allo stress e all’invecchiamento. Inoltre la scoperta potrebbe contribuire alla lotta contro alcuni problemi legati all’età come la degenerazione delle cellule nervose, la perdita di memoria e aiutare a spiegare perché l’invecchiamento è spesso accelerato quando l’orologio biologico viene disturbato.
Lo studio
L’orologio biologico regola una serie di processi vitali, come la fame e il sonno che seguono un ritmo ben preciso nell’arco delle 24 ore. A dirigere questo ritmo è un gruppo di geni chiamati geni orologio, e quelli identificati fanno parte di questo gruppo, ma restano silenziosi per decenni ed entrano in azione solo nella tarda età o durante i periodi di stress. Per individuarli i ricercatori hanno analizzato l’attività dei geni orologio del moscerino della frutta (Drosophila melanogaster).
In particolare è stata confrontata l’attività di tutti i geni orologio nei moscerini della frutta giovani e nei moscerini anziani. E’ stato così scoperto un gruppo di geni attivo solo nei moscerini anziani e molti di essi sono associati con la risposta allo stress ossidativo, una forma di danno cellulare che aumenta con l’invecchiamento. “Negli esperimenti in cui abbiamo indotto lo stress ossidativo nei moscerini della frutta giovani – ha detto una delle autrici, Eileen Chow, dell’Università dell’Oregon – questi geni si sono attivati ritmicamente”.