Trovata nel cervello l’origine della curiosità : uno studio su topi pubblicato sulla rivista Science rivela, infatti che un’area neurale chiamata ‘zona incerta’ è cruciale per mettere in atto comportamenti curiosi e nutrire interesse per le novità .
La ricerca si deve ad Alexander Heimel, dell’Istituto Olandese per le Neuroscienze. La curiosità è una caratteristica innata e universalmente presente in tutti gli animali: spinge alla scoperta delle novità ed è quindi un prerequisito fondamentale anche per l’apprendimento. Ma, specie se eccessiva e mal riposta, può anche indurre ad assumersi dei rischi senza peraltro la prospettiva di un beneficio futuro.
Capire dove nasca la curiosità è un obiettivo di estremo interesse per i neuroscienziati, con possibili ricadute anche cliniche nell’ambito della salute mentale e delle dipendenze. Gli esperti hanno sottoposto dei topolini a una serie di esperimenti in cui gli animali potevano scegliere se direzionarsi verso oggetti, cibi, altri animali mai visti prima, o verso cose o animali familiari. Gli esperti hanno visto che, quando i topini si spingevano alla ricerca di novità , nel loro cervello si accendevano i neuroni della ‘zona incerta’.
Quando con delle metodiche ad hoc gli scienziati hanno modulato l’attività di questi neuroni riducendola o intensificandola, anche i comportamenti curiosi risultavano rispettivamente ridotti o aumentati. Il prossimo passaggio sarà studiare la Zona incerta nell’uomo, obiettivo non facile che richiederà lo sviluppo di nuove tecniche, essendo un’area posta molto in profondità nel cervello.