L’essere umano realizza e fruisce di arte da decine di migliaia di anni, a partire dalle pitture rupestri dipinte sulle pareti delle caverne o su costoni delle montagne (tra le più conosciute ricordiamo quelle di Latmos). Ancor prima di parlare, gli esseri umani, disegnavano.
Disegni, rappresentazioni, potremmo dire immagini di qualcosa che non avrebbero saputo esprimere altrimenti. Anche oggi è così “nonostante” lo sviluppo del linguaggio articolato. E una ragione ci sarà senz’altro. Siamo in grado di comunicare attraverso il linguaggio verbale, attraverso la scrittura, ma spesso siamo in grado di esprimere le nostre situazioni interiori solo attraverso l’arte. Non sappiamo come esattamente ma accade che un giorno, in un posto qualsiasi e tutto ad un tratto troviamo l’ispirazione, facciamo una composizione di note o colori, creiamo una melodia o un dipinto che, a pensarci bene, non avremmo mai creduto di poter fare. E invece accade. È la creatività, caratteristica esclusivamente e specificatamente umana.
Il convegno Psiche e Arte, tenutosi sabato a Roma presso l’Ex Cartiera Latina- in occasione della quarta edizione del Festival di arte “Per Appiam 15” – è giunto alla sua seconda edizione e ci pone davanti ad un pensiero nuovo: il rapporto tra l’arte e la psichiatria che supera vecchie concezioni e antiche ideologie secondo le quali l’arte sia espressione di pazzia.
Da questo convegno emerge che non è l’arte ad avere bisogno della psichiatria ma è la psichiatria stessa ad usufruire dell’arte perché l’essere umano ha, originariamente, un pensiero che si muove per immagini. Questa idea si fonda sulla Teoria della nascita dello psichiatra Massimo Fagioli secondo il principio di nascita sana e uguale per tutti.
I cinque relatori, basandosi sulla Teoria della nascita, affrontano in maniera profondissima questo rapporto tra l’arte e la psiche e analizzano diverse opere (dall’arte di Chagall, Goya, Picasso alla musica di Stravinsky) e smentiscono molti luoghi comuni legati all’idea dell’ “artista pazzo”.
Dalle opere del passato si passa ad approfondire quelle del presente attraverso i disegni dell’artista Monica Catalano che, disegnando una donna dai lunghissimi capelli rossi, va a rappresentare il movimento dell’Analisi Collettiva che rifiuta stereotipi religiosi e vecchi dogmi culturali realizzando in maniera forte la propria identità. E poi si giunge ad un emozionante excursus di disegni elaborati dallo psichiatra dell’Analisi Collettiva, Massimo Fagioli, che da quarant’anni persegue la sua affascinante ricerca attraverso un movimento di persone, l’Analisi Collettiva, una grande opera di infinito amore per l’essere umano.
Silvia Brugnara