La diffusione del diabete, soprattutto di tipo 2, nelle popolazioni ad economia avanzata ha ormai raggiunto i livelli tipici delle epidemie. Solo in Italia si stimano circa 3,5 milioni di diabetici e circa 1 milione di soggetti con diabete non ancora diagnosticato. La spesa sociosanitaria relativa si aggira intorno ai 12 miliardi di euro l’anno. Questo quadro giustifica le numerosissime ricerche in corso per delucidare le cause e la natura della malattia e, non ultimo, per individuare strumenti sempre più efficaci per la sua prevenzione e cura. Un filone di indagine coltivato da numerosi scienziati a livello internazionale ha focalizzato le ricerche sulle proprietà di alcuni polifenoli naturali, e in particolare sulla oleuropeina.
Da qualche tempo i polifenoli naturali hanno attratto crescente interesse per le loro proprietà benefiche nei confronti di numerose malattie, che vanno dal cancro alle patologie cardiovascolari, al diabete, alle malattie neurodegenerative e, più in generale, per la loro capacità di contrastare l’invecchiamento di cellule, tessuti e dell’intero organismo. Tali proprietà vanno ben oltre il noto potere antiossidante di queste sostanze; gli studi più recenti hanno iniziato a dimostrare l’effettiva efficacia clinica sull’uomo della somministrazione di polifenoli e a svelare i meccanismi molecolari e cellulari con cui queste sostanze esplicano i loro effetti benefici che contribuiscono alle virtù nutrizionistiche
comunemente associate alla così detta “Dieta Mediterranea”. L’oleuropeina è il polifenolo più abbondante e più studiato contenuto nell’Olea europea, il comune olivo di cui, oltre ai frutti, sono particolarmente ricche le foglie, che possono contenerne fino al 10 % in peso. Da quando, alcuni anni fa, un gruppo di biochimici ricercatori dell’università di Firenze ha brevettato l’uso dell’oleuropeina per la cura del diabete mellito 2, le evidenze sperimentali e cliniche della sua efficacia nel normalizzare il metabolismo glicidico si sono moltiplicate.
E’ molto recente (20 luglio 2015) la pubblicazione su Nutrition & diabetes di F. Violi et al. che riporta i risultati di una ricerca condotta su 25 soggetti sani: quando la loro dieta giornaliera era integrata con 10 g di olio extravergine di oliva, i livelli post-prandiali di
glucosio nel sangue risultavano significativamente ridotti rispetto al gruppo di controllo. Questo studio conferma i risultati di altri trial clinici e i dati epidemiologici e sperimentali disponibili, che supportano in modo consistente l’effetto di protezione che si associa all’assunzione giornaliera di oleuropeina attraverso l’uso di preparati nutraceutici consistenti in estratti di foglie di olivo arricchiti della sostanza. Il Prof. Massimo Stefani, coordinatore del gruppo di ricercatori fiorentini che ha studiato e brevettato l’oleuropeina, chiarisce: “l’azione antidiabetica dell’oleuropeina è confermata da numerose ricerche, sia cliniche che sperimentali. Una di queste, effettuata nel 2013, ha mostrato che la somministrazione giornaliera di circa 50 mg del polifenolo per 12 settimane a un gruppo di soggetti di mezza età a rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 ha ridotto la glicemia e migliorato sia la secrezione sia la sensibilità all’insulina.
Un altro studio condotto nel 2012 su soggetti umani con diabete di tipo 2 cui erano somministrati 500 mg al giorno di oleuropeina per 14 settimane ha mostrato un significativo miglioramento dell’omeostasi del glucosio, con riduzione dell’emoglobina glicosilata e dei livelli di insulina a digiuno, mentre in ratti trattati con oleuropeina è stata notata una riduzione della digestione e dell’assorbimento dell’amido. In precedenza, uno studio del 2010 aveva dimostrato che in vitro l’oleuropeina impedisce l’aggregazione amiloide dell’amilina, un peptide secreto insieme all’insulina dalle cellule beta del pancreas, i cui aggregati sono ritenuti co-responsabili della sofferenza cellulare che si accompagna all’insorgenza del diabete di tipo 2. L’efficacia dell’oleuropeina nel contrastare sia l’insorgenza del diabete di tipo 2 che alcune delle sue conseguenze può essere inquadrato in un effetto più vasto di protezione nei confronti della sindrome metabolica. Infatti, altri studi effettuati su topi hanno dimostrato che l’oleuropeina attenua la steatosi epatica e riduce l’obesità indotte da una dieta ricca di grassi. L’effetto anti-obesità e di modulazione dell’omeostasi del glucosio era stato precedentemente riportato anche per altri polifenoli vegetali.
Ancora più recentemente dallo stesso gruppo di ricerca di Firenze è stato chiarito (Oncotarget. 2015, Oct 14) il meccanismo biochimico alla base degli effetti salutari esercitati dalla oleuropeina nei confronti dell’invecchiamento, del diabete, delle neoplasie e della neurodegenerazione. I dati scientifici disponibili supportano quindi, in modo convincente, l’efficacia dell’assunzione giornaliera di dosi adeguate di oleuropeina ai fini della prevenzione di dismetabolismi quali il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica. Aggiunge Stefani, concludendo: “La costanza dell’assunzione quotidiana, attraverso la supplementazione, con prodotti nutraceutici, di dosi consistenti di oleuropeina non raggiungibili con una normale alimentazione appare utile e raccomandabile al fine di prevenire e curare la sindrome metabolica e il diabete mellito di tipo 2, anche in considerazione dell’assenza di effetti collaterali documentati legati all’assunzione della sostanza”.
Di Gianfranco Liguri
Contract Professor of Clinical Biochemistry; Fmr full Professor of Molecular Biology and Biochemistry. Università di Firenze