Sono passati 10 anni da quando il primo vaccino contro il papilloma virus umano (hpv) è stato approvato per essere utilizzato e immesso sul mercato. Hanno iniziato 53 paesi, tra cui Usa, Europa, Canada e Australia, e ora sono 132 paesi. Ad oggi, oltre 208 milioni di dosi sono state distribuite in tutto il mondo, e il vaccino viene impiegato in 65 programmi di immunizzazione. A celebrare il traguardo, a Salisburgo in Austria, alcuni esperti riuniti dall’azienda produttrice Msd.
L’hpv e i suoi numeri
L’hpv può causare principalmente lesioni alla cervice uterina e all’ano, che possono evolvere in tumori sia negli uomini che nelle donne, che impiegano anche 10 anni a svilupparsi e non hanno sintomi. In Europa il 95% dei casi di cancro al collo dell’utero sono provocati da 11 tipi di hpv ad alto rischio. Ogni anno, nel Vecchio continente, l’hpv è responsabile di 34.700 casi di cancro cervicale, 6.400 di tumori anali, 1.800 di cancro alla vulva, 1.500 di cancro vaginale e oltre 650mila nuovi casi di verruche genitali. Ogni giorno, 35 donne muoiono in Europa per il tumore al collo dell’utero.
”La vaccinazione, insieme ai programmi di screening, può ridurre l’incidenza dei tumori ano-genitali – hanno sottolineato gli esperti riuniti – e delle verruche genitali causate dall’hpv”. Anna Giuliano, del Moffit Cancer Center di Tampa in Florida, ha presentato i risultati di due studi sull’impatto globale e l’efficacia del vaccino in questi 10 anni, nei programmi di vaccinazione di massa fatti in Australia, Europa, Nord America e Nuova Zelanda.
E’ emersa una riduzione delle verruche genitali già un anno dopo l’introduzione del vaccino, oltre che un calo delle lesioni pre-cancerose e infezioni nelle donne, soprattutto nelle adolescenti. ”L’immunità offerta dal vaccino contro infezioni, lesioni e verruche resiste anche dopo 10 anni – commenta Giuliano – e il vaccino ha mostrato di essere sicuro e ben tollerato”.