Dal primo metodo farmacologico, noto come ‘Yuzpe’, al farmaco di sintesi messo a punto espressamente per ridurre il rischio di gravidanza dopo un rapporto non protetto: ecco com’è cambiata, in un secolo, la contraccezione d’emergenza
Dai primi metodi farmacologici, con un basso profilo di sicurezza, ai dispositivi intrauterini, ancora oggi considerati uno dei metodi più efficaci a disposizione, fino alla messa a punto di un medicinale per via orale ad hoc in grado di agire da subito fino a 120 ore dopo un rapporto non protetto o a rischio: anche la contraccezione d’emergenza è stata caratterizzata da un’attività di ricerca che ha portato allo sviluppo di metodi sempre più efficaci e meglio tollerati.
Intorno al 1920 si osserva che elevate dosi di estrogeni possono interferire con la gravidanza,1 ma ci vorrà un altro mezzo secolo per mettere a punto un metodo specifico. La prima contraccezione d’emergenza arriva nel 1972, quando il medico canadese Albert Yuzpe descrive il sistema a base di estro-progestinici che porta ancora il suo nome. Nel 1976, invece, viene per la prima volta usato il sistema intrauterino (IUD) al rame, un metodo non farmacologico.
Dal 1999 viene prodotto l’ormone di sintesi levonorgestrel e dieci anni più tardi viene sviluppato un farmaco espressamente messo a punto per la contraccezione d’emergenza, l’ulipristal acetato. Questi ultimi due metodi, entrambi per via orale, insieme allo IUD, sono ad oggi riconosciuti come i più efficaci per la contraccezione d’emergenza.
Lo IUD al rame, che va inserito dal ginecologo, agisce riducendo il numero e la mortalità degli spermatozoi. Inoltre, modificando l’endometrio, lo rende inadatto alla gravidanza, impedendo all’ovulo di impiantarsi e svilupparsi.2 L’inserimento dello IUD entro 48 ore dal rapporto non protetto può evitare l’insorgenza delle gravidanze nel 99% dei casi, ma il metodo non è pratico, soprattutto quando la donna ha poco tempo per intervenire.2
I contraccettivi farmacologici per via orale, invece, agiscono sulla fase ovulatoria del ciclo mestruale, durante la quale c’è il rilascio dell’ovulo maturo per azione dell’ormone luteinizzante (LH). Generalmente, l’ovulazione si ha 13-16 ore dopo il raggiungimento del picco di LH e 24-26 ore dopo il picco di estradiolo3, mentre la vitalità dell’ovocita è di circa 24 ore. Questa ‘finestra fertile’ che comincia cinque giorni prima dell’ovulazione e comprende l’ovulazione stessa, per concludersi il giorno successivo4, è fondamentale per la fecondazione.
L’ovulazione, in realtà, è imprevedibile e il rischio di gravidanza indesiderata dopo un rapporto non protetto non è mai nullo5. Oltre il 70% delle donne, infatti, può avere un range della propria finestra fertile prima del decimo giorno e oltre il diciassettesimo giorno dall’ultima mestruazione6.
Per evitare la fecondazione, la contraccezione d’emergenza per via orale ritarda la finestra fertile, cioè il periodo di maggior rischio di andare incontro a una gravidanza7. Sia levonogestrel che ulipristal acetato interferiscono con l’ovulazione, ma mentre levonorgestrel è in grado di inibire lo sviluppo e la maturazione follicolare e/o il rilascio della cellula uovo se viene assunto prima dell’aumento dei livelli di LH, ulipristal acetato può prevenire l’ovulazione sia prima che dopo l’inizio dell’aumento dei livelli di ormone LH, ritardando l’ovulazione per almeno cinque giorni.8
Entrambi i farmaci, comunque, devono essere assunti il prima possibile, idealmente immediatamente dopo un rapporto non protetto o a rischio. L’efficacia è infatti massima, pari al 95%, se le pillole vengono assunte nelle prime 24 ore.
Nelle prime 24 ore dal rapporto non protetto, l’efficacia di ulipristal acetato nel ridurre le gravidanze indesiderate è tre volte superiore a quella di levonorgestrel.2 Ulipristal acetato deve essere assunto il prima possibile ed al massimo entro le 120 ore dal rapporto, il levonorgestrel deve essere assunto il prima possibile ed al massimo entro le 72 ore.2
I due farmaci, in ogni caso, non possono prevenire la gravidanza al 100%.2 Se infatti la donna ha già ovulato quando assume la contraccezione d’emergenza, sia levonorgestrel che ulipristal acetato non sono efficaci. Per lo stesso motivo, però, i due contraccettivi orali non interferiscono con l’ovulo già impiantato e non causano aborto.9,10
Bibliografia:
1. Ellertson C. History and efficacy of emergency contraception: beyond Coca-Cola. Fam Plann Perspect 1996; 28(2): 44-8.
2. Dal sito www.salute.gov.it (ultimo accesso – marzo 2020) http://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=956&area=Salute%20donna&menu=societa
3. Rosato E. et al., Mechanism of action of ulipristal acetate for emergency. Front Pharmacol (2016) 6:315
4. Pallone S. R. e Bergus G. R. Fertility awareness-based methods: anothe option for family planninh. J Am Board Fam Med (2009) 22(2):147-157
5. Wilcox A. J. et al. The timing of the “fertile window” in the menstrual cycle: day specific estimetes from a prospective study. BMJ (2000) 321:1259-1262
6. Nappi R. E. et al. Use of and attitudes towards emergency contraception: a survey of women in five European countries. Eur J Contracept Reprod Health Care (2014) 19(2):93-101
7. Wilcox A. J. et al. Timing of sexual intercourse in relation to ovulation – Effects on the probability of conception, survival of the precnancy, and sex of the baby NEJM (1995) 333:1517-1521
8. Emergency Contraceptive Pills: Medical and Service Delivery Guidelines ICEC and FIGO 3rd 2012 [https://www.sigo.it/wp-content/uploads/2015/10/ecp1.pdf]
9. ellaOne® Summary of Product Characteristics.
10. World Health Organization. Fact sheet on the safety of levonorgestrel-alone emergency contraceptive pills. Dal sito (ultimo accesso – marzo 2020): https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/70210/WHO_RHR_HRP_10.06_eng.pdf?sequence=1&isAllowed=y