(Reuters Health) – Le persone che soffrono di artrite reumatoide sono a maggior rischio di andare incontro a infezioni gravi, infarto e malattie coronariche. A evidenziarlo, sulle pagine di Annals of the Rheumatic Diseases, sono un gruppo di ricercatori guidati da Paul Muntner, professore di epidemiologia all’Università dell’Alabama di Birmingham.
Lo studio
I ricercatori hanno condotto uno studio su pazienti anziani con diagnosi di artrite reumatoide che si erano sottoposti ai cosiddetti multibiomarker disease activity test (MBDA), che valutano l’attività della malattia attraverso esami del sangue. Dai dati raccolti per Medicare, la compagnia di assicurazione con la quale gli anziani erano assicurati, Muntner e colleghi hanno esaminato i casi di ricovero in ospedale per eventi quali infezioni gravi, come polmoniti o sepsi, infarto e malattie coronariche. I punteggi dei test MBDA, invece, che variavano da 1 a 100, rientravano nei dati Medicare. In totale, i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da 17.433 e 16.796 pazienti che avevano avuto, rispettivamente, infezioni o ictus e malattie coronariche. L’età media era di 69 anni e più della metà, il 79%, erano donne. I ricercatori avrebbero invece escluso i pazienti con artrite psoriasica, lupus eritematoso sistemico, malattia infiammatoria intestinale, gran parte dei tumori maligni e altre malattie correlate, nonché coloro che, per qualsiasi motivo, avevano assunto farmaci anti-TNF, sia biologici che sintetici, o farmaci modificanti la malattia.
I risultati
Dai risultati sarebbe prima di tutto emerso che i pazienti con i punteggi più bassi di MBDA tendevano ad essere mediamente più giovani, avevano meno comorbidità e usavano meno corticosteroidi, ma più farmaci biologici. In totale, durante il follow-up, si sarebbero verificati 452 casi di infezione, 132 infarti e 181 eventi coronarici. Punteggi MBDA più alti sarebbero stati significativamente associati a infezioni, mentre un’attività dell’artrite reumatoide maggiore sarebbe stata anche collegata a più infarti e malattie coronariche. “Questo studio sottolinea l’importanza del controllo della malattia per ridurre gli attacchi di cuore e le infezioni”, spiega Eric Matteson, della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, che non era coinvolto nello studio. “Questi sono tra i dati migliori tra tutti quelli disponibili che suggeriscono un collegamento tra artrite reumatoide e malattie cardiache”, sottolinea Jonathan Graf, dell’Università della California di San Francisco, anche lui non coinvolto nello studio. “Penso che questi risultati dimostrino che l’infiammazione è una possibile causa di malattie cardiache”, sottolinea l’esperto, che ha anche precisato che “dovremmo trattare i pazienti nel modo più aggressivo possibile”.
Fonte: Annals of the Rheumatic Diseases
di Lorraine Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)