Nei pazienti con diabete di tipo 2 che non seguono adeguatamente la propria terapia, il progredire del morbo di Alzheimer potrebbe essere più veloce. A rivelarlo è uno studio dell’Università della California del Sud, pubblicato su Diabetes care, che dimostra come i segni di questa demenza si sviluppano 1,6 volte più rapidamente rispetto a chi non ha il diabete.
“Il nostro studio dimostra quanto sia importante rilevare il diabete e le altre malattie metaboliche negli adulti il prima possibile”, commenta Daniel A. Nation, uno dei ricercatori. “Tra i diabetici, lo sviluppo dei sintomi dell’Alzheimer è chiaramente legato al prendere i farmaci o meno per il diabete”, continua.
Nello studio sono stati utilizzati i dati raccolti su oltre 1.200 persone, dai 55 anni in su, nell’ambito della Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative, con informazioni su diabete, malattie vascolari, esami per immagini del cervello e test di memoria. Per alcuni partecipanti è stato possibile fare un’analisi lungo un arco di 10 anni, mentre per altri da 1 a 4 anni. Tra circa 900 pazienti, si è visto che 54 avevano il diabete di tipo di 2, ma non erano in terapia, mentre altri 67 prendevano i farmaci adatti.
La maggior parte delle persone studiate (530) aveva livelli di zuccheri nel sangue nella norma, mentre 250 avevano il prediabete o iperglicemia. Nei pazienti diabetici, sono stati messi a confronto anche i risultati dei test relativi al cervello e fluido spinale, che possono indicare la presenza delle placche di proteina amiloide, tipiche dell’Alzheimer. “E’ possibile che i farmaci per il diabete facciano la differenza nella progressione di questa malattia degenerativa – conclude Nation – ma non è chiaro come riescano a rallentarne o prevenirne la comparsa. Per questo dobbiamo continuare a investigare”.