È da oggi disponibile l’edizione italiana 2024 del Barometro della resilienza sanitaria. Si tratta di un’analisi completa che esplora la resilienza dei sistemi sanitari in 100 paesi in Europa, Medio Oriente e Africa (regione EMEA).
Il Barometro della resilienza sanitaria è stato redatto attingendo sia a fonti primarie come la letteratura scientifica, sia a fonti secondarie come le banche dati gestite da organismi internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), l’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), la Banca mondiale e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
A complemento dei risultati è stata condotta anche una ricerca primaria, che comprende un’indagine multi-mercato fra le professioni sanitarie e una serie di interviste di approfondimento con importanti opinion leader del settore sanitario in Italia.
L’edizione italiana
L’edizione italiana del Barometro della resilienza sanitaria 2024 è stata sviluppata da BD (Becton, Dickinson and Company), azienda focalizzata sulla produzione di dispositivi medici a livello mondiale.
Il rapporto analizza la performance del Paese in base ad alcuni indicatori riferiti a tre temi essenziali: i pazienti, il personale sanitario e l’efficienza del sistema. Prendendo in considerazione indicatori come le infezioni correlate all’assistenza, l’accesso alle cure, il burnout e la disponibilità del personale, l’aspettativa di vita in salute e la spesa sanitaria, il Barometro evidenzia le aree su cui concentrare gli sforzi di miglioramento e delinea alcune raccomandazioni su come aumentare nel complesso la resilienza e la sostenibilità del sistema sanitario italiano.
Le performance collocano l’Italia al 21° posto nell’elenco dei 100 Paesi considerati dal Barometro, distribuiti fra Europa, Medio Oriente e Africa.
Le sfide da affrontare
Dall’osservazione delle tre aree tematiche considerate emerge come le performance dell’Italia siano migliori nella categoria dei pazienti, grazie alla bassa incidenza dei casi di sepsi e delle infezioni correlate alle procedure chirurgiche, anche se risulta impellente la necessità di migliorare la gestione delle ICA rafforzando i sistemi di sorveglianza.
Le sfide più significative ruotano ancora attorno all’efficienza dell’erogazione delle cure, che si riflette nella durata delle degenze, superiore alla media, e nella rilevante impronta di carbonio del settore sanitario.
“Per migliorare il sistema in Italia, abbiamo la necessità di ottimizzare l’integrazione e l’erogazione dei servizi. Ciò comporterebbe un miglioramento dei percorsi di cura, perché stimolerebbe una riflessione sui processi organizzativi e sulle modalità di erogazione dei servizi a livello locale. Altrettanto importante è la spinta ad una riforma delle cure primarie nel SSN”, osserva Fabrizio d’Alba, Direttore Generale Policlinico Umberto I.
Paolo Petralia, Direttore Generale ASL 4 Chiavari, sottolinea come le barriere e le opportunità siano insite nel processo di costruzione di una sanità resiliente: “In un contesto in cui le risorse sono sempre più insufficienti a coprire i costi in perenne crescita del servizio sanitario – afferma Petralia – la strategia di investimento più efficace a nostra disposizione consiste nel prevenire che le persone si ammalino, oltre a individuare e affrontare i fattori limitanti, a cominciare dalla carenza di risorse economiche, ma anche di capitale umano e di un apparato di regolamentazione”.
Potenziamento dei processi organizzativi e nuove figure professionali
Per contribuire a rafforzare la resilienza dell’intero sistema, appare essenziale individuare i problemi all’origine e ottimizzare l’integrazione e l’erogazione dei servizi, così da migliorare i percorsi di cura. In questo si rivelano fondamentali il potenziamento processi organizzativi e l’impiego di nuove figure professionali, parallelamente alla digitalizzazione degli aspetti gestionali.
La costruzione di sistemi sanitari resilienti però richiede anche la collaborazione, la condivisione di intenti e l’impegno di tutti gli attori coinvolti nell’erogazione dell’assistenza: il comparto sanitario, quello politico-istituzionale, i pazienti e l’industria.
“Vediamo davanti a noi molte sfide da affrontare nei prossimi 3-5 anni: dai nuovi modelli di cura alla digitalizzazione e alla telemedicina, fino alla ricerca e formazione del personale sanitario – conclude Giorgio Benigni, Country General Manager BD Italia & Grecia – Solo stimolando un dibattito trasparente e un approccio olistico e collaborativo, verso un sistema sanitario resiliente e sostenibile, saremo in grado di migliorare gli esiti per i pazienti, per il personale, per il nostro sistema sanitario e per tutto il Paese”.