COVID-19, studio USA: la coagulazione del sangue è un effetto primario causato dalla fibrina

La fibrina, la proteina responsabile della coagulazione del sangue, sarebbe alla base dei processi di coagulazione e infiammazione anomali che caratterizzano il COVID-19 e inibisce la capacità dell’organismo di eliminare il virus. È quanto evidenzia uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dei Gladstone Institutes di San Francisco, coordinato da Katerina Akassoglou.

Lo studio, condotto su animali di laboratorio e pubblicato da Nature, ribalta la teoria secondo cui la coagulazione è una conseguenza dell’infiammazione nel COVID-19, stabilendo invece che questo effetto è primario e causa altri problemi, tra cui la compromissione della clearance virale e l’insorgenza di sintomi neurologici.

La scoperta
Attraverso alcuni esperimenti sul modello animale, i ricercatori hanno scoperto che la proteina spike del virus si lega direttamente alla fibrina, causando coaguli anomali con una potente attività infiammatoria. Il team di ricerca ha indotto una mutazione genetica specifica che blocca le proprietà infiammatorie della fibrina senza influenzare le capacità di coagulazione del sangue della proteina.

Negli animali geneticamente modificati, gli scienziati hanno così scoperto che infiammazione, stress ossidativo, fibrosi e coagulazione nei polmoni non si verificano o sono fenomeni molto ridotti dopo l’infezione da COVID-19. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che la fibrina sopprime le cellule natural killer (NK), che normalmente eliminano il virus dall’organismo.

Infine il  team dei Gladstone Institutes di San Francisco hanno testato un anticorpo monoclonale – sviluppato nei loro laboratori – che agisce solo sulle proprietà infiammatorie della fibrina senza effetti avversi sulla coagulazione, osservando come questa sostanza sia in grado di bloccare l’interazione della fibrina con le cellule immunitarie e il virus, riducendo fibrosi e proteine virali nei polmoni, infiammazione a livello cerebrale e migliorando i tassi di sopravvivenza. “Sapendo ora che la fibrina scatena infiammazione e sintomi neurologici, possiamo costruire un nuovo percorso per curare la patologia infettiva alla radice”, conclude Katerina Akassoglou.

Fonte: Nature, 2024

Post correlati

Lascia un commento



SICS Srl | Partita IVA: 07639150965

Sede legale: Via Giacomo Peroni, 400 - 00131 Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 Roma

Popular Science Italia © 2024